mercoledì 14 ottobre 2015

La senatrice Bignami (movimento X) argomenta la sua astensione sul ddl di revisione delle attività di consulenza finanziaria, approvato dal Senato

BIGNAMI (Misto-MovX). Signora Presidente, questo disegno di legge era obbligatorio, normare era doveroso, e quindi, dati gli esiti negativi sui cittadini di tutta questa finanzia speculativa, era importante farlo.

Sono sette anni che aspettiamo e qui affermo che, se dovessi votare adesso, sarei anche d'accordo. Qual è tuttavia la mia perplessità, e perché mi asterrò dalla votazione, sperando di convincere anche i colleghi del Gruppo a cui appartengo?

Ho già espresso il mio parere in Commissione e ho presentato anche emendamenti, che poi non ho ripresentato in Aula, e non perché sono convinta che questa sia una cosa impossibile, ma semplicemente per rassegnazione, perché ormai ho capito che è abbastanza inutile: quando si hanno talune convinzioni e la maggioranza in Commissione, noi della minoranza possiamo anche evitare di fare questo lavoro.

Quali sono i motivi? Sono seri, perché in realtà, secondo un'indagine OCSE, noi siamo i primi: l'Italia è al primo posto con il 47 per cento. Lo sto dicendo con una criticità estrema: è una delle prime volte in cui in un'indagine OCSE siamo primi; il Messico è al 43 per cento mentre gli USA sono al 20 per cento. Ma in cosa siamo i primi e qual è il nostro vanto? Sono consapevole di non avere ancora detto la parola magica: analfabetismo funzionale. Cosa significa questa brutta parola? È una parola importante e significa che quando si legge una pagina il 47 per cento degli italiani non sa cosa ha letto, non sa ripetere quello che ha letto. Quindi, se dovessi votare io, potrei votare a favore, ma noi abbiamo il primato e io chi rappresento in quest'Aula? Me stessa? No. Rappresento chi non sa leggere o chi non comprende quello che legge. Ecco perché avevo presentato un emendamento, che in realtà era solamente una provocazione perché ho chiesto aiuto al Presidente; cerchiamo dei nomi e delle denominazioni che siano rappresentativi e che facciano capire all'italiano medio chi abbiamo davanti.

Abbiamo davanti un promotore, uno che promuove. Ho visto la definizione: sono fisicamente le gambine della banca che escono ed entrano a casa tua. Il consulente finanziario è un professionista indipendente - in realtà, anche il promotore è un professionista, ma non indipendente - e viene pagato dal cliente.


Mi viene da fare allora l'esempio più semplice e stupido per capire fuori: abbiamo il promotore del farmaco e il farmacista. Il farmacista ha di fronte tutte le medicine, e a me che ho mal di gola non dà un calmante (perché ho mal di gola, appunto) ma mi dà quello di cui ho bisogno. Il promotore del farmaco in realtà promuove la sua azienda, dalla quale è pagato, e dice al farmacista: «Produco questo, scegli». Questa era la differenza originaria, ontologica della derivazione del termine. Adesso, con il 47 per cento degli italiani che non capisce e non sa ripetere quando legge una pagina, mi chiedo come queste persone - e sono i più deboli, che però hanno anche i soldini perché hanno i loro depositi, perché risparmiano (l'unico posto in Italia dove ancora abbiamo piccoli e grandi tesoretti) - possano capire la differenza tra consulente finanziario abilitato all'offerta fuori sede e consulente finanziario indipendente.

Siamo onesti, tempo sei mesi e saranno tutti consulenti finanziari. Pur intravedendo davvero la bontà di questo disegno di legge, e condividendone il contenuto per intero, intravedo delle potenziali pericolosità. Pertanto, per prudenza e per rispetto delle persone che mi hanno mandato qui, devo astenermi in questa votazione.

Volevo ribattere al presidente Marino, che rispetto tantissimo: è vero, sono due facce della stessa medaglia, infatti una si chiama testa e l'altra si chiama croce. (Applausi dai Gruppi Misto-SEL e CoR).

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