mercoledì 27 dicembre 2017

Bignami (Movimento X) sciogliere le Camere lasciando un Governo con pieni poteri crea precedente pericoloso.

Elezioni: Bignami (Movimento X) sciogliere le Camere lasciando un Governo con pieni poteri crea precedente pericoloso. 

Roma 27 dic 2017: "Il Presidente Mattarella ha una grande responsabilità nell'affrontare il delicato tema dello scioglimento anticipato delle Camere senza che il Governo si sia dimesso o sia stato sfiduciato ma saprà certamente trovare la soluzione democraticamente più accettabile nel rispetto della Carta Costituzionale" lo afferma in una nota la Senatrice Laura Bignami (Movimento X) che sottolinea "a Camere sciolte il governo deve restare in carica solo per gli affari correnti di ordinaria amministrazione. Al contrario un Governo nel pieno del suo potere esecutivo senza il controllo del Parlamento, potrebbe rappresentare un precedente pericoloso. Infatti certa politica potrebbe usare questo precedente per riproporre in modo autoritario, quelle riforme già bocciate di recente dalla maggioranza degli Italiani. Per evitare il rischio di una deriva autocratica - prosegue la Senatrice Bignami - meglio sarebbe lasciare il parlamento nel pieno dei suoi poteri sino alla scadenza naturale. Si potrebbero concludere quei provvedimenti sui quali vi è già un' ampia e dimostrata convergenza, e - conclude la Senatrice Bignami - si darebbe la possibilità al Governo di affrontare con piena dignità e legittimazione parlamentare le imminenti scadenze internazionali".

Sen. Laura Bignami 

lunedì 25 dicembre 2017

Sen. Bignami (Movimento X). Donazioni e Rendicontazioni Luglio - Ottobre 2017 - BUON NATALE




Oramai siamo al termine della legislatura e non servono più molte parole sulla strumentalizzazione fatta dell'impegno etico di riduzione e donazione, tradito da molti e sfruttato da altri, solo elettoralmente.
Un voto opportuno per il bene comune e la lotta per il bene degli ultimi possono valere molto di più che tanti proclami senza risultati.
Aspettiamo ora le promesse di tutti della prossima campagna elettorale!!

Passiamo alle rendicontazioni e alle donazioni (i link ai bonifici con il CRO e ai rendiconti saranno disponibli tra qualche giorno) del periodo tra Luglio 2017 e Ottobre 2017.
Solo un piccolo gesto, senza velleità di salvare il mondo o le banche.. con rammarico per gli shit-writers e i giornalisti trolls..

Luglio
Agosto
Settembre
Ottobre

(le rendicontazioni con il modello prestabilito, quello originario M5S, sono sospese a tempo indeterminato, vista la bufala a cui abbiamo assistito da parte di M5S, che probabilmente non conserva nemmeno gli scontrini, oramai). Trovate qui, comunque, la rendicontazione obbligatoria che va consegnata al Senato, per la quale, senza il superamento della quota minima rendicontata, si avrebbe una riduzione di circa 2000 euro al mese sul percepito. Forse non lo sapevate, ma una riduzione immediata dei benefici si potrebbe avere rinunciando a questo rendiconto, che peraltro ha delle regole molto più chiare e stringenti di quelle di M5S, che consentiva invece il rimborso di tutto, anche di pagare i parenti e i conviventi).

Le donazioni vanno a:



(1.000 al gruppo di Busto Arsizio)





ADDA
 per Associazione Comma 3 Gioiosa Jonica (Rc)
2.000 €


Tutti a Scuola
1.000

Sen. Laura Bignami - Movimento PER (Gruppo Misto)

Come ovvio noi non parteciperemo direttamente alle prossime elezioni politiche ma il lavoro continua e il nostro modello consente di CANDIDARSI come indipendenti, sottroscrittori del nostro CODICE ETICO, previa votazione del Coordinamento Nazionale, in tutti i partiti e movimenti democratici (sta a voi trovarli) che sono in linea con il NOSTRO STATUTO.

Se anche voi volete costituire un GRUPPO CIVICO X (PER) autonomo o siete una ASSOCIAZIONE che vuole seguire i PRINCIPI e le REGOLE partecipative elettorali del MODELLO veramente DEMOCRATICO di www.progettox.it (a cui Movimento X fa riferimento) andate sul sito, leggete i seguenti documenti:

e regolamenti vari

Vi piacciono? Credete che in questo modo non ci sia la possibilità che qualche furbetto si appropri di tutto, perdendo la democrazia interna, come è già successo? Volete impegnarvi realmente invece di continuare a lamentarvi al bar e su facebook? Siete in grado di creare (o appartenete già) ad una associazione socio-culturale impegnata sul territorio? Bene! Allora scaricate il CODICE ETICO, il modello di STATUTO locale del vostro Circolo e l'ATTO COSTITUTIVO e  date vita al vostro Gruppo/Circolo. Basta andare a questo link:


Per cominciare potete registravi alla ASSEMBLEA PERMANENTE degli iscritti e dei simpatizzanti che amano i nostri principi.

Democratici
Europeisti
Per l'accoglienza
Pacifisti

Vogliamo andare alle elezioni amministrative con un piccolo logo comune (il nostro "PER") che ci distingua e ci unisca allo stesso tempo, e poi verso un congresso nazionale. Gli iscritti possono scriverci e chiedere aiuto in merito alla formazione della loro associazione.
Ma vogliamo anche collaborare e lavorare insieme a tutti coloro che condividono i nostri principi e il nostri metodi democratici con le nostre associazioni socio-politiche-culturali.



Per maggiori informazioni andate a questo link:






domenica 24 dicembre 2017

Buon Natale e Buone Feste.

Buon Natale a tutti coloro che sperano nell'uomo e a tutti quelli che se ne sono andati e ci hanno lasciato la speranza nell'uomo.


mercoledì 20 dicembre 2017

BASTA BASTA BASTA !!!!! RISPETTO AI POPPANTI!!

No all'allattamento in aula, Senato boccia emendamento M5s -2-

 Roma, 20 dic. (askanews) - Sul punto ci sono stati vari interventi contrari alla norma che avrebbe consentito alle mamme-senatrici di portare i figli in aula per allattarli, norma su cui la giunta per il regolamento si era espressa favorevolmente. Diversi senatori hanno obiettato che si sarebbe trattato di un privilegio: "E' consentito allattare mentre è in corso la celebrazione di un processo in tribunale?", ha detto Francesco Nitto Palma, senatore di Fi. "Mi chiedo poi se sia salutare portare in aula un bambino, magari ci sono dei senatori raffreddati. Credo, con tutto il rispetto per la maternità, che sia più rispettoso della donna e della maternità sospendere l'aula e consentire che una donna vada ad allattare fuori di qui. E per far questo non è necessario inserire una norma, basta affidare la cosa alla sensibilità del presidente". "Come si fa a mangiare in un ambiente del genere?", ha sottolineato la senatrice del Misto Laura Bignami. "Serve rispetto del poppante. Se approviamo questa norma inoltre si apre uno scenario per cui potrebbe entrare in aula anche la badante per chi ha più di 95 anni, per chi non cammina. Trovo sia una mancanza assoluta di rispetto dell'atto intimissimo che esiste tra madre e figio e del diritto del figlio di avere 5 minuti di mamma. E inoltre sembra che qui nessuno mai sia stato genitore: l'80% dei bambini fanno pupù dopo il latte e cosa facciamo? Lasciamo il bimbo senza cambiare pannolino?". Enrico Buemi, senatore del Misto, ha detto: "Si usa una situazione intima per fare campagna elettorale. Possiamo dare la possibilità alla madre di allattare sospendendo per qualche minuto l'attività d'aula. Non potete trasformare l'aula sacra del Senato in una nursery, ma non ci vergogniamo? Non trasformiamo questa funzione nella solita manifestazione da saltimbanchi". "Non c'è niente di male - ha detto la senatrice Idv Alessandra Bencini - nell'allattare un bimbo. Ma non è consentito ai lavoratori della pubblica amministrazione ad esempio poter portare il bimbo sul lavoro e allattarlo, io lavoro in sala operatoria e non mi è consentito. Mi è concesso l'allattamento ovvero di arrivare al lavoro un'ora dopo e andarmene un'ora prima. Già qui siamo considerati molto privilegiati per una serie di prerogative che altri non hanno, non mi pare corretto che una mamma si debba portare il bambino. Si può sottrarre dal lavoro, si organizza l'allattamento come fanno altre lavoratrici per rispetto di chi lavora. I bambini sono tutti uguali, sia quelli nati dall'operaia che quelli nati dalla senatrice". Sul punto si è espresso anche il presidente del Senato, Pietro Grasso, spiegando che l'emendamento consentiva "deroghe generiche: si è pensato anche ai disabili che possono avere necessità di accompagnamento, deroghe che non riguardano solo l'ipotesi allattamento". Luc 20171220T142739Z

martedì 12 dicembre 2017

CAREGIVER: dalla commissione alla Storia


Ufficio dei Resoconti                                     BOZZE NON CORRETTE

(Gli interventi corretti vanno restituiti entro 5 giorni alla Segreteria dell'Ufficio Resoconti -  settore Commissioni - Pal. Madama, 1° piano; tel. xxxxxxxxxx; faxxxxxxxxxx)
Casella di testo:  Revisore        LOR Resoconto stenografico n.   
5a Commissione permanente             Seduta n. 838 del 25.11.2017 (pomeridiana) Sede REF-BIL

                                                                              







PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 16.61 (testo 2), a firma della senatrice Bignami, su cui chiedo alla relatrice di pronunziarsi.
        
ZANONI, relatrice. Sul tema del caregiver esamineremo successivamente l'emendamento 30.0.3 (testo 2), a prima firma del senatore Angioni, in un testo riformulato, che sembra la proposta più condivisibile in materia.
In ogni caso, poiché questo è un argomento di una certa sensibilità, di cui abbiamo già parlato, stiamo cercando di individuare con il Governo una soluzione compatibile con le disponibilità di bilancio.
Pertanto, invito al ritiro dell'emendamento 16.61 (testo 2), così come di tutti gli altri che intervengono in materia di caregiver, esortando i presentatori ad aggiungere la propria firma all'emendamento 30.0.3 (testo 2) nel testo riformulato quando questo verrà esaminato. (Commenti). Se qualcuno vuole prenderne visione sin da subito, faccio presente che il testo è nel fascicolo già distribuito. Ad ogni modo, l'emendamento verrà esaminato in altra seduta.

AZZOLLINI (FI-PdL XVII). L'emendamento 16.61 (testo 2) propone materia analoga a quella trattata dall'emendamento 30.0.3 (testo 2).
Per bon ton istituzionale, abbiamo usato riformulare gli emendamenti sempre considerando coloro che per primi hanno proposto l'argomento. Quindi, non è escluso che la senatrice Bignami sia disponibile a riformulare il proprio emendamento nello stesso modo in cui sarà riformulato l'emendamento 30.0.3 (testo 2).
Pertanto, signor Presidente, la pregherei di accantonare l'emendamento in questione per rinviare qualsiasi decisione al momento in cui verrà esaminato l'emendamento suddetto.

ZANONI, relatrice. Vorrei solo precisare che l'emendamento 16.61 (testo 2) non è identico al 30.0.3 (testo 2). Per questo motivo ho invitato la presentatrice a ritirarlo; secondo me, infatti, nei due emendamenti il tema è trattato in modo diverso e in questo caso c'è stata davvero una riformulazione. Consideriamo che i contenuti degli emendamenti presentati sul caregiver sono davvero molto diversi l'uno dall'altro e anche gli emendamenti 16.61 (testo 2) e 30.0.3 (testo 2) non sono sovrapponibili ma individuano soluzioni molto diverse. Conseguentemente, è stata individuata una soluzione compatibile.
Ripeto, ho invitato la senatrice Bignami a ritirare il suo emendamento proprio perché il tentativo è quello di recuperare tutti gli emendamenti presentati sull'intera materia che presentano però sfaccettature molto diverse anche da quello che proporremo. Se poi si vuole trovare una soluzione differente, io sono disponibile a discuterne.

COMAROLI (LN-Aut). Sicuramente il tema del caregiver è stato sostenuto, evidenziato e condiviso con tutti i colleghi senatori dalla senatrice Bignami che sulla materia in oggetto ha presentati anche altri emendamenti.
Sul caregiver è stato presentato un emendamento anche da un rappresentante del Gruppo del Partito Democratico. Quindi la nostra preoccupazione è la seguente: tutti gli emendamenti presentati dalla senatrice Bignami sul caregiver saranno respinti e verrà approvato solo quello presentato dal PD? Mi sembra di capire questo e vi chiedo un chiarimento. Ritengo infatti che vada riconosciuta la sensibilità che la senatrice Bignami ha avuto e senza la quale credo che difficilmente avremmo affrontato questo tema con lo spirito che la collega ha suggerito.
Quindi, ritengo sia giusto riconoscerne il merito.

BULGARELLI (M5S). Il mio è un intervento fotocopia rispetto a quello della senatrice Comaroli.
Quella in esame è sicuramente una tematica proposta dalla senatrice Bignami. Le proposte emendative avranno anche sfaccettature diverse, ma assistere ad una riformulazione della questione in un altro emendamento senza che siano presi in considerazione i meriti della senatrice Bignami fa un po' impressione. La tematica è stata da sempre portata avanti dalla collega; è stata lei che l'ha presentata in questa sede e che l'ha sostenuta. Diversamente non sarebbe mai stata affrontata; certo, non lo sapremo mai con certezza, ma probabilmente è così.
È vero che la questione è trattata con diverse sfaccettature, ma credo che sia sufficiente parlare con la senatrice che ritengo possa almeno accettare di apporre la sua firma sull'emendamento riformulato, cosa che mi sembra non sia stata neanche presa in considerazione con riguardo all'emendamento 30.0.3 (testo 2). Mi sembra corretto dirlo, visto che la senatrice non è neanche presente in questo momento.
È chiaro che i Gruppi di maggioranza si metteranno d'accordo tra di loro anche in assenza della senatrice, ma bisogna comunque tenere conto di questi elementi, soprattutto con riguardo ad un tema che la senatrice Bignami porta avanti da sempre.

PRESIDENTE. Credo sia stato posto con grande garbo un problema vero, con una sua fondatezza, al quale cercheremo di dare risposta.

BELLOT (Misto-Fare!). Signor Presidente, desidero manifestare la mia condivisione di quanto è stato appena detto.
Sappiamo che la trattazione del tema dei caregiver è iniziato già con l'esame del decreto fiscale e già in quell'occasione sono state fatte precise segnalazioni in merito.
Anche questa volta sono stati presentati diversi emendamenti in materia, ovviamente anche dalla senatrice Bignami; ricordo però che durante la discussione del decreto fiscale noi avevamo ritirato i nostri emendamenti proprio per consentire una identificazione della proposta con chi aveva condotto questo grande lavoro.
Propongo quindi di accantonare gli emendamenti che trattano del caregiver. Diversamente potremmo sottoscriverne uno - parlo per me, ma credo che la proposta possa essere accolta da tutti - che riconosca in modo trasversale il merito della senatrice Bignami.

URAS (Misto-Misto-CP-S). Signor Presidente, vorrei intervenire sullo stesso argomento e con lo stesso tono che hanno utilizzato le colleghe che mi hanno preceduto, anche perché conosco abbastanza bene la vicenda, essendo sul tema in stretto e continuo collegamento con la collega Bignami.
La discussione, cui tutti abbiamo partecipato con grande impegno e nella stessa direzione, credo stia assumendo i contorni di un fatto di assoluta rilevanza: per la prima volta, infatti, l'oggetto - e non solo questo - è preso in considerazione dalla Commissione bilancio del Senato e ha buone possibilità di essere incanalato in una prima previsione normativa.
Credo che il Presidente, la relatrice Zanoni, il relatore Gualdani e il rappresentante del Governo non dimenticheranno assolutamente l'impegno che in questo senso è stato costantemente profuso dalla collega Bignami.

BARANI (ALA-SCCLP). Vorrei solo ricordare che anche il nostro Gruppo, attraverso il senatore Iurlaro, ha presentato diversi emendamenti su questo argomento.
Pertanto, chiediamo che sull'emendamento che verrà approvato sia apposta non solo la firma del senatore Iurlaro ma anche quelle di tutti gli appartenenti al Gruppo ALA-SCCLP. Non ne facciamo una questione di paternità, ma vogliamo dimostrare che riteniamo che quello del caregiver sia un argomento serio.

BIANCONI (AP-CpE-NCD). Intanto ritengo che le sottolineature fatte dalle colleghe siano assolutamente condivisibili. La senatrice Bignami si è sempre contraddistinta sia in Assemblea che in Commissione per un impegno molto forte su questo argomento.
Anche il nostro Gruppo, come tanti altri, ha presentato nelle competenti Commissioni provvedimenti in materia, anche perché si tratta di una questione estremamente rilevante che ha necessità di trovare una soluzione.
Credo quindi che se insieme ai due relatori riusciamo a fare un buon lavoro di sintesi, nessuno potrà togliere la primogenitura alla senatrice Bignami, proprio perché tutti riconosciamo a lei il merito di avere avuto una forte sensibilità che poi comunque è diventata trasversale.
A questo punto, chiedo ai relatori di fare un ottimo lavoro di sintesi, considerando che l'emendamento proposto dalla collega come testo base su cui lavorare in effetti presenta sfumature più ampie. Quindi, più riusciamo ad ampliare il ragionamento in materia, meglio è.
Ovviamente, anche il nostro Gruppo chiede di poter aggiungere la firma di tutti i suoi componenti all'emendamento di cui la relatrice proporrà la riformulazione.

PRESIDENTE. La riformulazione dell'emendamento 16.61 (testo 2) è comunque da collocarsi nell'ambito dell’emendamento 30.0.3 (testo 2), quindi molto più avanti nella discussione.
Pertanto, per una questione di riguardo nei confronti della senatrice Bignami che oggi non è presente e, quindi, non può nemmeno decidere se aggiungere o meno la propria firma all'emendamento 30.0.3 (testo 2) riformulato, proporrei di accantonare tutte le proposte emendative presentate sul tema del caregiver, nonostante sia evidente la diversità dei contenuti.
Quando poi esamineremo la riformulazione dell'emendamento 30.0.3 (testo 2), decideremo come disporre le firme anche in base a come si esprimeranno i presentatori dei vari emendamenti che dovranno valutare se riconoscersi o meno nella riformulazione proposta dai relatori.
A me sembra che questo sia il metodo più giusto da seguire.

ZANONI, relatrice. Mi scusi, signor Presidente, ma vorrei solo capire come procedere.
Condivido assolutamente quello che è stato detto nel merito. Noi abbiamo pensato di procedere in un certo modo non per fare una scortesia alla senatrice Bignami, ma perché l’emendamento 30.0.3 (testo 2) sembra quello più somigliante alla sua proposta. Peraltro, appare complicato pensare di proporre una riformulazione che, per accogliere emendamenti che presentano costi sicuramente buoni e anche molto condivisibili nella sostanza ma non compatibili con il nostro bilancio, presenti una cifra assolutamente incomparabile.
Come sempre, noi relatori siamo disponibili ad accogliere qualunque soluzione condivisa. Riconosciamo assolutamente tutti i meriti della senatrice Bignami con la quale mi sono più volte confrontata anche per capire bene le sue proposte. E mi dispiace che oggi non sia presente.
Ad ogni modo, vorrei cercare di capire come si possa tecnicamente arrivare ad una soluzione condivisibile. L’emendamento potrebbe essere presentato direttamente dai relatori e questo eliminerebbe l’imbarazzo di decidere chi debba comparire come primo firmatario. In tal modo, però, si trasformerebbe in una proposta dei relatori, mentre l'intento - come avete potuto verificare - è stato sempre quello di non presentare tendenzialmente alcun emendamento; lo stesso principio è stato seguito anche in occasione di tutte le riformulazioni che abbiamo proposto, proprio per dare contezza dei senatori che avevano presentato gli emendamenti nel testo originario.
Altrimenti l'alternativa è che, arrivati all'esame dell’emendamento 30.0.3 (testo 2) del senatore Angioni, tutti appongano la propria firma, ma in questo caso propongo che la prima sia quella della senatrice Bignami, anche se l'emendamento è stato presentato da un altro senatore. Innanzitutto, chiedo se sia tecnicamente possibile procedere in questo modo; poi, ovviamente, se dal punto di vista procedurale una soluzione del genere è ammissibile, dovremmo chiedere la disponibilità in tal senso del senatore Angioni, che oltretutto non è presente.
Se ci sono alternative a queste due soluzioni che ho proposto, siamo ben disposti a discuterne ed eventualmente ad accoglierle.

LEZZI (M5S). Molto semplicemente propongo che la senatrice Bignami presenti un nuovo emendamento nella formulazione che i relatori e il rappresentante del Governo accetteranno; tale emendamento presenterà come prima firma quella della senatrice e di seguito quella del senatore Angioni e di tutti coloro che vorranno sottoscriverlo.
Mi sembra giusto riconoscere alla senatrice Bignami l’impegno che sul tema ha profuso non solo in occasione di questo disegno di legge di bilancio ma in tutti e cinque gli anni della legislatura.

AZZOLLINI (FI-PdL XVII). Signor Presidente, cercherò di essere più preciso di quanto non lo sia stato nel mio primo intervento in cui sono andato volutamente a spanne.
Ricordo che l'emendamento 30.0.2 (testo 3) presentato dalla senatrice Bignami in merito al Fondo per il sostegno del ruolo di cura e di assistenza del caregiver familiare propone lo stesso contenuto dell'emendamento 30.0.3 (testo 2) del senatore Angioni. Si tratta di una proposta che io considero ottima nel merito perché è amplissima: stabilisce infatti di prevedere un fondo a sostegno di qualsiasi iniziativa di caregiver.
Quindi, per completezza del dibattito, bisogna tenere presente che in materia non c'è solo l'emendamento 16.61 (testo 2) ma ce ne sono anche altri. Mille volte abbiamo riformulato testi; possiamo farlo anche questa volta, ma propongo comunque di rifletterci bene. Abbiamo sempre usato questa forma di bon ton istituzionale che a me pare logico mantenere; poi vedrete comunque voi come procedere quando arriveremo ad esaminare l’articolo 30. Ad ogni modo, il testo dell'emendamento 30.0.2 (testo 3), per quel che mi riguarda, è molto intelligente perché è ampio e fa riferimento a qualsiasi iniziativa, incluse quelle previste negli emendamenti 16.61 (testo 2) e 30.0.3 (testo 2).
In tal modo è possibile dare soluzione alla vicenda riconoscendo alla senatrice Bignami il ruolo che ha avuto in questa Commissione.

MONTEVECCHI (M5S). Signor Presidente, vorrei solo aggiungere che in ordine all'emendamento 30.0.2 (testo 3) la senatrice Bignami aveva fatto un lavoro enorme raccogliendo 133 firme, quindi un largo consenso. Ripeto, questo grazie ad un lavoro veramente grande.
Teniamo conto anche di questo nelle valutazioni.

BONFRISCO (FL (Id-PL, PLI)). Signor Presidente, proprio l’altro ieri ho avuto modo di confrontarmi con il vice ministro Morando in merito al ristoro per i risparmiatori truffati dalle banche venete e in ordine al quale, dopo l’approvazione in Assemblea di quella che avrebbe dovuto essere una mozione ma che poi è stata trasformata in un potente ordine del giorno sottoscritto da tutti i Capigruppo, attendevamo un testo del Governo. Il vice ministro Morando ha avuto modo di ricordarmi - e aveva ragione - che era preferibile una riformulazione dei testi di iniziativa parlamentare presentati piuttosto che un atto del Governo. È un'opinione che io rispetto e il caso oggi in questione risponde esattamente al profilo individuato dal vice ministro Morando, e cioè che in presenza di un buon testo parlamentare, è molto meglio utilizzare quello.
Nello specifico della vicenda oggi in esame, tutti sanno (anche i bambini) che la senatrice Bignami è la promotrice di questa innovazione importantissima e io penso che vada riconosciuto alla senatrice Bignami esattamente il ruolo di prima firmataria di questo testo.

PRESIDENTE. Tentiamo dunque di dirimere la questione, come sempre cerchiamo di fare in questa Commissione.

ZANONI, relatrice. Signor Presidente, poiché era stato concordato che in una seduta si sarebbero avanzate le proposte e in un'altra si sarebbero votate, assumo l’impegno - anche se è un modo di procedere un po' irrituale - di confrontarmi con la senatrice Bignami la quale - lo ricordo - non essendo membro della 5a Commissione, è evidente che non sempre può essere presente ai lavori e, quindi, non so se nelle prossime convocazioni potremo avere occasione di averla qui con noi. Pertanto, mi impegno a cercare la senatrice per chiederle se è disponibile a riformulare l’emendamento 30.0.2 (testo 3) chiaramente nelle modalità e disponibilità che avevamo individuato noi relatori, in quanto altro di diverso non è possibile.
Se lei sarà disponibile, noi procederemo in tal modo lasciando la possibilità di apporre la propria firma a chi vorrà farlo. Se, in caso contrario, la senatrice Bignami dovesse non riconoscersi nell'emendamento riformulato, la soluzione rimane quella di un emendamento presentato dai relatori che non dà visibilità eccessiva a qualcuno piuttosto che ad altri, come giustamente è stato sottolineato.

PRESIDENTE. In sintesi, dunque, la proposta è di accantonare gli emendamenti in materia di caregiver e di riprenderne la discussione quando esamineremo l'emendamento 30.0.3 (testo 2), presentato dal senatore Angioni, nella proposta di riformulazione avanzata dai relatori. In quella occasione affronteremo anche il problema delle firme e troveremo una soluzione in base al consenso che l'emendamento troverà fra i Gruppi.
Naturalmente tutti noi non possiamo non riconoscere alla senatrice Bignami il suo impegno nella materia in questione. Ovviamente, quindi, dovremo ascoltare l'interessata per capire se la mediazione fatta dalla maggioranza sulla base dei diversi testi la vede consenziente o meno. Certo è che in sua assenza non possiamo prendere alcuna decisione.
Condividiamo tutti l'intenzione di fare qualcosa di positivo in materia; naturalmente le soluzioni proposte sono diverse ma in base a queste si deciderà se sia possibile o meno convergere su un unico testo che raccolga il massimo consenso.

Dispongo pertanto l'accantonamento dell'emendamento 16.61 (testo 2).

mercoledì 6 dicembre 2017

Sen Laura BIGNAMI (Movimento X). Testamento Biologico e Fine Vita. 6.12.207



Signor Presidente, la vita è sacra. «Sacro» significa intoccabile e inviolabile. La radice verbale del sanscrito è «sak», avvinto dalla divinità. Concedetemi di sostituite il termine divinità con dignità e di fare una riflessione sull'argomento, così tanto vitale.
Ora mi chiedo se e cosa noi sapiens facciamo per gli uomini e le donne allo scopo di garantire la sacralità della loro vita durante tutta l'esistenza, per coloro che soffrono e per coloro che curano.
Mi chiedo se questa sacralità non venga meno molto prima che la malattia e la sofferenza giungano a livelli insostenibili, chiedendo ad evocando, nella nostra società liberale, la libertà di porre fine alla propria presenza fisica in questa realtà.
Mi chiedo se sia possibile che si arrivi a situazioni tali dove il desiderio di morire sia così forte e se anche questo non sia, in certi casi, solo frutto di abbandono e desolazione sociale.
Mi chiedo se la stessa sacralità e dignità siano egualmente tutelate, senza discriminazione di sorta. Non voglio citare casi recenti di suicidio assistito per disperazione e perdita di dignità o di infinita assistenza medica e sostegno umano, garantiti da ingenti risorse economiche e presenza sociale.
Mi chiedo anche se la sacralità e la dignità della vita di coloro che curano, dei caregiver, siano rispettate e se anche un loro testamento biologico sia, di fronte a tanta fatica, un vero testamento consapevole, per il loro amato o per loro. Quanti di loro vorrebbero cessare di vivere, quanti di loro non ce la fanno più!
Mi chiedo se anche loro, come persone la cui libertà è violata, non siano o non saranno in grado di discernere e scegliere consapevolmente, per sé o per l'amato.
Mi chiedo se la coscienza e la ragione dell'uomo siano già compromesse nel momento della scelta di porre la richiesta e se questa sia presa consapevolmente e razionalmente.
Mi chiedo se sia davvero possibile che una scelta del genere sia mai consapevole e se l'essere umano possegga, in quel momento e successivamente, la vera libertà personale, la vera capacità di discernimento tra il continuare e il cessare: non confondiamo la libertà con la liberazione.
Mi chiedo cosa sia la consapevolezza in una persona malata e quale sia il limite tra la consapevolezza e l'inconsapevolezza. Può il diritto di uno Stato sociale sancirlo?
Le dottrine comprensive, cioè le religioni, hanno subìto e sempre una risposta, ma evidentemente questa risposta, in quest'Aula, può solo servire al dialogo e alla riflessione, non di certo essere imposta ad uno Stato e a un popolo laico, né tantomeno una risposta contraria può essere imposta al singolo individuo, perché la sacralità della propria vita sta proprio nell'intoccabilità. "Intoccabilità" significa "non toccare" qualcosa, ma questo qualcosa appartiene all'organismo in sé e non agli organismi fuori dal sé. Quindi, se ci liberiamo di una risposta teista dottrinale, pur condivisibile da molti, è solo in sé e da sé che la vita può essere posta a termine, senza che la sua sacralità e la sua dignità vengano infangate e infrante.
Per gli storici, un carpentiere sovversivo, girovago e filosofo, 2.000 anni fa fu giustiziato, per i teologi cristiani invece si trattò di Dio, che pianificò il più alto gesto sacrificale, di dare la propria vita umana per gli altri. Possiamo forse dubitare della consapevolezza di Dio? No, per definizione Ma se accettiamo la consapevolezza di Dio come unica possibile, possiamo certamente dubitare della consapevolezza dell'uomo e ancor più della consapevolezza del malato, della persona sofferente e della persona che lo accudisce.
Il diritto all'autodeterminazione non può essere sottratto alla libera scelta della persona, sia questa consapevole o meno, ma la consapevolezza della morte non esiste, non è possibile ed è questo il dilemma. Esiste la consapevolezza del dolore e dell'angoscia e questa potrebbe bastare per chi è autonomo nell'azione e nelle proprie scelte, ma mai, assolutamente, per chi non lo è. Quindi, per la persona psichica o profondamente disabile, che non è in grado di discernere e di agire liberamente, non è legittima alcuna delega ad altri. Si determinerebbe la violazione dell'articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, discriminando la libertà negativa della persona sull'handicap o asintoticamente sulle caratteristiche genetiche.
Solo se il riconoscimento della volontà rimane indelegabile è possibile restare lontani dagli interessi fittizi di una società che si arroga il diritto di decidere della vita di una persona. Nessuno può farsi arbitro della vita altrui, nessuno può definire delle non persone. È già successo con i totalitarismi e non deve succedere mai più: vi sia la capacità di scegliere, ma per se stessi, non per gli altri. «Intoccabile» significa non toccare, ma chi si toglie la vita non tocca, lascia, lascia solo ciò che possiede. Il tocco presuppone estraneità, è esterno e quindi non deve essere concesso, mai. Ecco il senso del sacro, ma ecco anche il senso del disporre di se stessi quando non si sente più niente di sacro, il senso di non violare la sacralità quando il tocco è accanimento esistenziale.
Diceva Walter Benjamin, come ci ricorda lo scomparso Rodotà: «L'uomo non coincide infatti in nessun modo con la nuda vita (...) né con alcun altro dei suoi stati o proprietà, anzi nemmeno con l'unicità della sua persona fisica». Della vita decide la vita stessa e solo chi la possiede e il possesso della propria vita è dello stesso uomo, al di sopra di ogni principio. Habeas corpus che viene garantito come diritto alla salute dall'articolo 32 della nostra Costituzione.
La nostra Corte costituzionale, in riferimento agli articoli 2, 13 e 32 della Costituzione, ha organicamente sistemato, nella sentenza n. 438 del 2008, l'esplicito riferimento all'autodeterminazione come diritto fondamentale della persona, relativamente al consenso informato.
L'uomo è sovrano di sé stesso e nessuna volontà esterna può prendere il posto di quella dell'interessato, figuriamoci nel caso di una figura debole e fragile o non consapevole. Se la sovranità non è esercitabile da sé, nessuno si deve arrogare il diritto di esercitarla per l'altro. È proprio per questo che la scelta non può essere delegata a nessuno se non nel rispetto passivo della volontà del non agire e del non soffrire. Questo vale dal giuramento di Ippocrate, passando per il codice di Norimberga, dove il consenso volontario del soggetto umano è assolutamente necessario.
Meglio mille volte il folle che decide di farla finita con se stesso, con il proprio essere, che il sano che decide per il folle, annullando l'essere. Perché la follia l'abbiamo definita noi per mettere al sicuro la società, non il folle, così diceva Foucault.
L'autodeterminazione esige il massimo rispetto e la massima considerazione proprio in questo caso, se e solo se esercitabile. Non c'è un piano B.
Quindi dico sì all'autodeterminazione della persona, se sussistono le condizioni di libertà e se queste sono sempre verificabili, ma dico no alla determinazione altrui, dico no all'aborto "extrauterino" a posteriori e alla selezione eugenetica, a priori e a posteriori.
Come ci ricorda l'appena scomparso Baumann, la vita è un'opera d'arte. E, aggiungo io, l'arte non è giurisprudenza, non è biologia, medicina o tantomeno statistica. La vita è sacra, ma forse abbiamo dimenticato la sua declinazione più importante: l'amore.
Fate la vostra campagna elettorale, ma giù le mani dai minori e giù le mani dai disabili! (Applausi dal Gruppo Misto-MovX e dei senatori Giovanardi e Rizzotti).

mercoledì 29 novembre 2017

IN AULA.

Legislatura 17ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 911 del 29/11/2017
(Bozze non corrette redatte in corso di seduta)

BIGNAMI (Misto-MovX). Signora Presidente, signore e signori Vice Presidenti, Vice Ministri, Sottosegretari, membri di questa Assemblea, onorevoli senatori, ma preferisco chiamarvi, semplicemente, colleghi, voglio ringraziare tutti coloro che ci hanno dato la piena fiducia e che mi - e ci - hanno riscaldato il cuore durante tutti questi anni di lavoro, silente e solitario, con le loro talvolta dure, ma sempre sagge parole, anche se durissime, come nel caso della ministra Anna. Voglio ringraziare coloro che mi hanno supportato e, certamente, spesso sopportato. Ringrazio coloro che erano amici e che si sono persi, ma grazie ai quali comunque sono qui. Ringrazio coloro che sono divenuti nuovi amici e anche coloro che ho ritrovato, grazie al comune sentire su temi comunemente condivisi e aggreganti. Grazie colleghi, a tutti voi veramente grazie, perché avete contribuito a rendermi forte nelle mie convinzioni, perché avete contribuito a spingermi oltre i miei limiti e oltre ogni ragionevole audacia, perché, in alcuni casi, insieme, abbiamo dimostrato che è vero che l'unione fa la forza.

Io, noi e voi abbiamo spinto il cuore oltre l'ostacolo e abbiamo dimostrato al Paese, e a quanti erano diffidenti, che unirsi attorno a temi veri, di interesse comune, era ed è possibile, oltre ogni differenza di colore e credo politico.

Tra tutti voi, ma senza con questo voler escludere nessuno, il mio grazie (in tal senso credo di interpretare un comune sentire di affetto di quest'Assemblea) va al presidente Zavoli, che mi ha sempre sostenuta. Non posso che ringraziare Aldo e Anna Cinzia che, dal primo ordine del giorno, hanno abbracciato questa causa mettendomi a disposizione anche le loro risorse.

Noi abbiamo dimostrato che fare del bene al Paese oggi è ancora possibile e non è una fake news.

Voglio ringraziare infine tutte le associazioni, le mamme e i papà che da fuori del Palazzo mi hanno dato la forza e il coraggio di andare avanti: #unaleggesubito su Facebook è un luogo dove trovarne molti. Vi invito a leggere le loro storie.

Colleghi, vi sono molte ragioni per cui oggi potrei usare l'«io» per rivendicare quanto fatto, ma io in quest'Aula sono nulla senza di voi. Quindi da questo mio discorso emergerà solo il «noi», non perché abbia deciso di non vedere i mille ostacoli che mi sono stati scientemente posti innanzi, non perché non voglia vedere chi vuole strumentalizzare, anche di fronte all'evidenza più palese che non si può fare campagna elettorale su questo tema, tantomeno non attribuirne il risultato alla sottoscritta e ai 133 colleghi che per primi hanno firmato l'iniziativa. Dalla tenacia con cui abbiamo perseguito e raggiunto questo obiettivo, emergerà solo un «noi», per due motivi: perché in una democrazia la parte si perde nel tutto e perché in politica, come nella vita, occorre saper perdonare. Ma anche perché migliorare se stessi e il mondo in cui viviamo passa e si concretizza nelle azioni che ognuno di noi compie ogni giorno, con il proprio lavoro e con il proprio talento.

Le disonestà intellettuali, le appropriazioni indebite non mi appartengono.

Quella che noi oggi abbiamo raggiunto in extremis in questo disegno di legge di bilancio, senza differenza di colore politico, è una conquista storica per il nostro Paese. Tutta l'Europa ce lo chiede e i nostri cittadini da più di vent'anni: parlo del riconoscimento della figura del caregiver familiare. Per risolvere un problema il primo passo è riconoscere che il problema esiste.

Ora rivolgo ai membri della commissione di bilancio uno spunto di riflessione: pensate alle ore che avete lavorato queste ultime settimane, giorno e notte: il vostro pensiero comune è stato quello di attendere la fine, la fine delle votazioni. Ecco, siete stati come dei caregiver con il testo della legge di bilancio. È stato un accudimento continuo, assiduo, rigoroso e tenace, ma siete stanchi, distrutti e portate sul vostro corpo i segni della stanchezza. Loro, i caregiver familiari non hanno una fine della sessione di bilancio, loro compiono questo lavoro non da settimane, ma da trent'anni e forse più. Trent'anni di lavoro duro, trent'anni passati a fatica, e loro non possono augurarsi la fine: sarebbe chiedere all'amato, alla persona cara, di venire meno e questo è impossibile.

Ecco come sono: sono vite di persone che non sono disabili. I caregiver familiari assistono i loro cari perché non sono in grado di prendersi cura di sé e non sono in grado di assolvere ai propri bisogni primari. Queste persone li assistono tutto il tempo, privati del diritto al riposo e del diritto alla salute. Come li definisco da sempre, sono innocenti agli arresti domiciliari. Loro non hanno scelto di compiere questa missione, non sono volontari. Loro sono incatenati ai loro assistiti, alle loro abitazioni, spesso rinunciano persino al lavoro o lo perdono per dedicarsi al loro ruolo di cura. Questi eroi, a cui lo Stato sino ad oggi ha negato anche il solo riconoscimento del nome, oggi esistono.

Potrà non piacervi il termine inglese, magari difficile da dire per qualche mezzobusto del TG, ma loro sono i caregiver familiari.

Noi abbiamo reso possibile questo primo imprescindibile passo: riconoscere i caregiver familiari e porre un capitolo di spesa nel bilancio dello Stato - anche se si tratta di poche risorse - con 20 milioni di euro per anno nel triennio 2018-2020. Certo, non sono molti soldi, ma ci sono e serviranno a finanziare solo iniziative legislative che entreranno nel merito: chi fa la divisione del totale per un numero, probabilmente non ha letto il testo. Abbiamo il Fondo, abbiamo una definizione precisa e puntuale che non lascia spazio ad interpretazioni di fantasia e riguarda una platea di milioni di persone che si prendono cura del loro congiunto. Ecco, quelle leggi cui ci si riferisce nell'emendamento approvato all'unanimità, con le firme di tantissimi di noi e di tutti i Capigruppo - mi dicono che sia la prima volta in questa legislatura e un po' me ne compiaccio - devono guardare a quella figura che ora noi riconosciamo come caregiver; devono definire le priorità con cui potranno accedere ai benefici loro riservati in ragione della gravità e durata della malattia del loro assistito, per poter soddisfare i molti bisogni sinora negati.

Tra questi penso alle necessità occupazionali, perché molte di queste persone rinunciano alla propria realizzazione professionale perché devono dedicarsi alla cura del loro caro; rinunciano al diritto alla salute perché, per accudire il loro caro, che non possono lasciare solo, rinunciano a curare se stessi, così come rinunciano al diritto alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Per coloro che lavorano e hanno parenti ammalati, infatti, la vita spesso diviene un inferno e il rischio di essere ingiustamente licenziati è sempre altissimo, grazie anche alle misure adottate in questa legislatura che hanno annullato i diritti dei lavoratori: basta guardare alla vicenda della mamma sola con due bambini, di cui uno disabile, licenziata recentemente da Ikea.

Penso alla possibilità di lavorare realmente da casa, con il telelavoro, al diritto ad una pensione dignitosa attraverso una contribuzione figurativa per coloro che non hanno mai potuto lavorare: non coloro che non hanno lavorato, ma coloro che non hanno mai potuto lavorare o hanno rinunciato al lavoro per assolvere al loro ruolo di cura. Penso al diritto di andare in pensione prima degli altri, perché fare il caregiver familiare accorcia la vita anche di diciassette anni, come ha dimostrato Elizabeth Blackburn.

Insomma, tutto questo e altro potrebbe trovare soluzione in quei provvedimenti di legge previsti dalla norma approvata in Commissione che sarà confermata da quest'Aula, provvedimenti di legge che il Parlamento è chiamato a fare. Noi ne abbiamo uno fermo in Commissione lavoro - e qui rivolgo un appello al presidente Sacconi - che potremmo approvare in breve tempo, in sede deliberante, in entrambi i rami del Parlamento. Possiamo rinnovare il sistema del welfare.

Molte iniziative non sono onerose, ma potrebbero modificare sostanzialmente la vita di queste persone. Non vogliono soldi, vogliono diritti negati. Per questo ribadisco il mio appello al presidente Grasso, alla presidente Boldrini e al presidente Mattarella, perché ci consentano di chiudere questa legislatura approvando dei provvedimenti che non sono divisivi, come possono essere altri, e che ci permettano di lavorare e di dare il via libera ad una legge quadro sui caregiver che, come dimostrato in Commissione bilancio, ha saputo unire tutti, nessuno escluso, anche i più scettici che hanno atteso il voto per sottoscrivere l'emendamento, ai quali pure va il mio grazie.

Devo lasciare a voi, voi che tornerete su questi scranni, un appello: non dimenticatevi dei caregiver, di coloro che da fantasmi si alienano per un compito gravosissimo, che è un risparmio assolutamente dimostrato per le finanze pubbliche: mandiamoli in pensione, riconosciamo questo lavoro di cura con contributi figurativi, non lasciamo che muoiano, come la mia amica Vittoria, come Sabrina e come molti altri, senza avere risposte per sé e per il futuro dei propri cari. Diamo il dovuto a queste persone.

Alcune cose potete farle già alla Camera, voi che vantate grande successo e che avete qualcuno che vi rappresenta nell'altro ramo del Parlamento. Concedete ai caregiver familiari di poter fruire dell'APE senza attendere i sessantatre anni di età, ma con il solo requisito dei trent'anni. Concedete ai caregiver familiari il riconoscimento di un lavoro usurante, calcolando i diciassette anni di cui ho detto.

Concludo oggi il mio ultimo intervento di questa legislatura con un voto chiaramente contrario, perché il voto di fiducia è sempre un voto politico, ma con l'esempio e la dimostrazione che la politica può essere diversa: la politica può essere aggregante e può essere anche l'occasione per una senatrice per caso, sola, ma determinata, di mettere un mattoncino anche in una legislatura sciagurata come questa e, nonostante tutto, degna di essere ricordata per quanto abbiamo fatto per i caregiver. (La senatrice Bignami dà segni di commozione. Applausi).

Ciò rende tutti noi fieri di poter dire che abbiamo fatto qualcosa, un piccolo passo, ma qualcosa; un segno che, volendo, si possono iniziare a risolvere i problemi di tutti. Sì, i problemi di tutti, ricordiamolo: non i problemi dei poverini, non quelli degli sfortunati, perché nella vita o si cura o si è curati. Quindi, quello che abbiamo fatto ora sarà anche per noi, lo stesso «noi» che, salutandovi ringraziO. (Applausi).