sabato 9 agosto 2014

Riforme. Bignami: " Non ho votato perché si torna in età borbonica"

. (LaPresse) - "Non ho votato per non legittimare non la loro riforma, ma quella di Renzi". Lo ha detto Laura Bignami, senatrice del Gruppo Misto, ex M5S, commentando il via libera al disegno di legge per la revisione della parte II della Costituzione arrivato  con il voto finale al Senato. "L'unica nota di modernità - ha detto Bignami a LaPresse - è data dalla intenzione di introdurre anche la firma digitale e il voto elettronico per il referendum. Questa darebbe la possibilità anche ai disabili fisici di esprimersi senza andare ai banchetti dando al web una utilità anche sociale". "Il resto delle modifiche invece riportano al medioevo, all'età borbonica.- sottolinea Bignami -.Non posso accettare una riforma che prevede un Senato che potenzialmente potrebbe avere tutto lo stesso colore. Non è rispettosa delle minoranze ed è anticostituzionale. Ma una modifica della Costituzione può esserlo anticostituzionale?". "No, allora è potenzialmente pericolosa e antidemocratica", conclude la senatrice Bignami.

lcr

mercoledì 6 agosto 2014

Presentata interrogazione al ministro dell'Ambiente per problema inquinamento da cromo esavalente

SENATO DELLA REPUBBLICA
INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA
BIGNAMI, ORELLANA, CASALETTO, PEPE, DE PETRIS, GAMBARO, MASTRANGELI al MINISTRO DELL'AMBIENTE
Premesso che:
il cromo è un metallo pesante presente in natura in vari stadi di ossidazione. Il cromo esavalente è considerato la forma più pericolosa per la maggiore solubilità e capacità di penetrare nelle strutture cellulari; la IARC (International Agency for Research on Cancer)  classifica il cromo VI come «cancerogeno certo» per l'uomo;
nelle falde acquifere il limite massimo di presenza consentito di cromo VI è pari a 5 microgrammi al litro, oltre tale soglia la presenza del metallo risulta pericolosa per la salute umana;
 dal report ARPA del settembre 2013 sullo stato delle acque sotterranee della Provincia di Milano:  http://ita.arpalombardia.it/ita/settori/acque/PDF/2012/sott/MILANO.pdf si evince che vi sia una presenza di cromo esavalente oltre i limiti consentiti in alcune zone del comune di Milano, nello specifico vi è una concentrazione pari a 19 microgrammi al litro nelle centrali dell'acqua di Gorla, e pari a 17 microgrammi al litro in quelle di Armi, pari a 185 microgrammi/l nel quartiere di Trenno, dove è stato previsto uno sbarramento idraulico, pari a 1500 microgrammi al litro in via Savona e pari a 9600 microgrammi al litro nella falda freatica di Via Bazzi 12. In questa area sono in corso un'analisi del rischio da parte di ARPA per valutare l'inquinamento del terreno e da parte di due società esterne ATI Tecno in spa Natura srl; tali analisi verranno ultimate per il mese di settembre 2014;
l'alta concentrazione di cromo esavalente in via Bazzi è dovuta al passato industriale della zona, qui era infatti attiva un' azienda galvanica di circa 8.000 metri quadri che realizzava cromature, cadmiature, nichelature e stagnature; le prime notifiche in Comune di inquinamento procurato da tale stabilimento risalgono al 1994, ma è nell'estate del 2005 che si sono verificati sversamenti di grandi quantità di cromo esavalente, di nichel e di altre sostanze nocive, sia nei pozzetti di scarico all'interno dell'edificio, sia nelle fognature, con danneggiamento del depuratore di San Rocco;
ciò ha determinato l'inquinamento della falda freatica sottostante l'edificio (circa 8metri), fino ad allora utilizzata per vari usi pubblici e privati, e ha arrecato un potenziale pericolo per la falda più profonda utilizzata per l'acqua potabile, mettendo in serio rischio la salute pubblica (come stabilito dalla sentenza del tribunale di Milano del Dicembre 2008 che si avvalse di due perizie);
visto il serio rischio di inquinamento provocato dalle materie prime e dai rifiuti presenti, il Servizio Piani di Bonifica del Comune di Milano ha emesso in data 9/08/2005 e 30/09/2005 alcuni provvedimenti ordinatori relativi alla messa in sicurezza dell'area e della falda; tali provvedimenti non furono, però, mai ottemperati, come dichiarato del Settore Bonifiche del Comune in un documento prodotto il 23 luglio scorso in risposta alle istanze del consigliere della 5 circoscrizione di Milano, Massimiliano Toscano;
considerato che:
 

venerdì 1 agosto 2014

Presentata interrogazione Bignami contro la malagestione delle Fondazioni liriche e i compensi super dei Sovrintendenti

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE IN COMMISSIONE
BIGNAMI, MUSSINI, PEPE, MASTRANGELI al Ministro per i Beni e le attività culturali
Premesso che:
con il Decreto Legislativo 29 giugno 1996 n. 367 è stato disposto l'avvio alla trasformazione degli Enti Lirici in Fondazioni di diritto privato, mentre l'art.1 del Decreto Legge 24 novembre 2000 n.345 ne ha stabilito la trasformazione a decorrere dal 23 maggio 1998. La rivisitazione dell'assetto delle Fondazioni Prosegue con il Decreto Legge 30 aprile 2010 , n. 64 coordinato con la Legge di conversione 29 giugno 2010, n. 100 ed in vigore dal 1° luglio 2010;
le Fondazioni liriche in Italia sono in tutto 13, più l' Accademia di Santa Cecilia e negli ultimi 7 anni hanno ricevuto dallo Stato, attraverso il FUS, fondo unico per lo spettacolo, finanziamenti che ammontano a circa 1 miliardo e 230 milioni di euro. Il sostegno pubblico rappresenta l'88 per cento delle contribuzioni al settore;
negli ultimi anni le Fondazioni hanno registrato un crollo significativo degli spettatori, con 100.000 ingressi in meno dal 2008 al 2013, e carenti finanziamenti da parte degli enti locali, il che ha comportato negli anni una riduzione della programmazione di balletti e opere;
le Fondazioni, inoltre, sono caratterizzate da gestioni fallimentari che hanno fatto sì che il cumulo totale dei loro debiti, come registrato sui bilanci depositati, è arrivato a circa 360 milioni di euro;
già nel 2010 la Corte dei Conti aveva lanciato un allarme, fotografando un debito complessivo di 349 milioni di euro;
considerato che:
la legge n. 112 del 2013, cosiddetta "valore cultura" non riesce a sanare la totalità dei debiti delle Fondazioni, in quanto impone alle Fondazioni con difficoltà economiche di avere i bilanci in pareggio pena la non erogazione dei fondi e la conseguente messa in liquidazione dei Teatri;
tenuto conto che:
il debito dei teatri è stato accumulato principalmente a causa dell'aumento delle assunzioni che sono passate dalle 5.560 del 2010 alle 5.695 del 2013, ma ciò che sembra incidere maggiormente sui bilanci sono i lauti compensi dei sovrintendenti, tutti nominati dalle amministrazioni locali, per il tramite dei sindaci: il Sovrintendente della Scala di Milano, Stephane Lissner, percepisce un compenso di circa 1 milione di euro annui per 10 anni, comprensivo della retribuzione e degli ulteriori benefit; Carlo Fuortes, nominato a dicembre 2013 dal sindaco Marino sovrintendete al Teatro dell'Opera di Roma, ricopre al contempo gli incarichi di amministratore delegato della Fondazione «Musica per Roma» e commissario del Teatro Petruzzelli di Bari, percependo complessivamente ben tre indennità;
le ingenti retribuzioni che fanno dei sovrintendenti dei veri "supermanager" appaiono in netto contrasto con la situazione di crisi che stanno vivendo le Fondazioni liriche in Italia: il Teatro dell'Opera di Roma, per esempio, nel 2013 aveva un deficit di circa 12.9 milioni di euro come denunciato dal sovraintendente Fuortes;
la crisi del settore lirico si ripercuote principalmente sui lavoratori, con una drastica riduzione dei compensi e dei posti di lavoro;
si chiede di sapere:
se il ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto esposto e se non ritenga necessario, in un periodo di spending review e di tagli alla cultura, intervenire per contenere gli stipendi dei vertici delle Fondazioni, e nello stesso tempo per salvaguardare i bilanci di tali enti, garantendo i posti di lavoro dei dipendenti.
Sen. Laura Bignami
Sen. Maria Mussini
Sen. Bartolomeo Pepe
Sen. Marino Germano Mastrangeli
Roma, 1 agosto 2014