domenica 18 luglio 2021

Giornata internazionale di Nelson Mandela

Riproponiamo il discorso di Laura.

Il partito del simbolo non esiste più ma il discorso e soprattutto la figura di Nelson Mandela non va dimenticata.



Cittadini Senatori.

Mi tocca l’onore e il piacere immenso di poter commemorare in questa sala un eroe dell’umanità, che si aggiunge all’olimpo di coloro che hanno speso e sacrificato la propria vita, affinchè l’uguaglianza della “creatura umana“ fosse giustamente riconosciuta in un paese tormentato dal razzismo e dalla discriminazione razziale.

Qualunque  parola, di fronte ad una vita spesa in un tale sacrificio per i propri ideali, ma ancor più, per degli ideali eterni ed imprescindibili, sarebbe insufficiente.

Dovremmo, per come la nostra cultura ci invita, metterci tutti in accorato silenzio e in laica e religiosa preghiera, per il saluto ad un uomo che si è rivelato così importante e così esemplare per l’umanità intera, ringraziando “qualunque Dio esista”, come scritto nella poesia da lui tanto amata e recitata spesso, in carcere.

“Oltre questo luogo d'ira e lacrime, Incombe il solo Orrore delle ombre.”

Ma dal silenzio, “dal profondo della notte che lo avvolgeva, nera come un pozzo da un polo all’altro”, è scaturito il tratto determinante e fondamentale della sua vita, che dal silenzio e dall’isolamento più profondo ha urlato giustizia ed eguaglianza per 27 anni, fino al raggiungimento dell’obbiettivo preposto.

Non sono le parole, seppure elevatissime e pregevoli, che ne hanno determinato la grandezza. Sono i fatti.

I fatti nascono dalle azioni e le azioni nascono dalla volontà, dai sogni e dai pensieri che si fanno realtà.

Si, i fatti nascono anche dai sogni, che seppur rinchiusi in un carcere, possono diventare realtà, perché i sogni sono liberi, non relegabili.

Ma la società delle differenze non é morta, è ancora tra noi, è ancora nostra.

La società delle differenze e degli extra è appena fuori dalla porta di casa, oltre il nostro praticello, nel vicino di casa, in classe con nostro figlio o ad un semaforo con una mano tesa o, per finire, dietro un capannone a cucire vestiti.

Ancora oggi, moltissime forme di razzismo e di omofobia scuotono la nostra società, alimentate dalla paura del diverso, dalla paura di ciò che arriva da lontano e che no n comprendiamo.

L’emarginazione e la povertà che ne conseguono facilitano lo sfruttamento del diverso, la ghettizzazione e la produzione di violenza.

Per combattere ciò, non serve solo l’azione di un governo.

Per combattere ciò, serve il rifiuto dell’omissione e dell’indifferenza: i mali più grossi che colpiscono la nostra società. Occorre vincere l’egoismo e l’ipocrisia che la pervadono.

Non riempiamoci la bocca di tante belle parole quando poi non siamo capaci di rinunciare a qualcosa di nostro per aiutare chi ha gli stessi nostri diritti.

Il governo dal canto suo deve, oltre a combattere le disuguaglianze, forte dell’Art. 3 della nostra grande carta costituzionale, garantire altre nobili uguaglianze, quelle del lavoro e quelle del reddito.

Compito della Repubblica è quindi contrastare i nuovi apartheid del lavoro discriminante e della sperequazione del reddito.

Queste sono le differenze che dobbiamo abbattere, queste sono i nuovi “apartheid” che dobbiamo vincere.

Ma la realtà è anche la Globalizzazione. “Parola” nata per descrivere avvicinamento e condivisione, ma trasformatasi, come tante altre parole e opere, nate con spirito unificatore,  in spirito di sfruttamento globale e di amplificazione delle disuguaglianze.

La globalizzazione spietata, che oggi si ispira solo a principi economici e non a principi di solidarietà ed uguaglianza, è povera di eroi di questo calibro.

La disuguaglianza è causa e conseguenza del fallimento del sistema politico che  accresce lo squilibrio economico e, come un cane che si morde la coda, porta ad una sua crescita continua.

L’1% degli individui della terra detiene il 40% delle ricchezze mondiali. Questo è il nuovo apartheid!

E’ questa è la lotta dei nuovi Madiba, quelli che chiedono la globalizzazione umanitaria, chiusi nelle carceri dalle nuove ideologie economiche, propinate da quell’1% che ci vuole convincere che un altro mondo alternativo non sia possibile.

Vi invito, miei Senatori, a tornare, come recita la poesia, “Padroni del nostro destino, capitani della nostra anima” e a non arrendervi di fronte alle logiche degli egoismi personali e del potere, a non chinare il capo di fronte ai “superiori”, ma a lavorare per coloro che sono poveri, per coloro che hanno bisogno , per coloro che sono “diversi”.

Vi invito a lavorare, così come ha fatto Mandela, “non importa quanto stretto sia il passaggio”.

Come lui diceva: “un vincitore è semplicemente un sognatore che non si è mai arreso”.

Un eroe al di sopra della propria vita e dei propri affetti, un eroe che all’ultimo è tornato nel silenzio dell’umanità, che non ha mai abbandonato, come uomo vero.

“La minaccia degli anni è sconfitta.” La sua “anima invincibile” ora.. ha vinto.

Vi invito a lavorare per il popolo tutto, e non per le sole folle!

       E’ giunta l’ora di guarire .

E’ arrivato il momento di colmare l’abisso che ci divide.

E’ tempo di costruire.”

E noi, in tutto questo, come Mandela chiedeva, non ci tireremo indietro.

venerdì 2 luglio 2021

CAREGIVERS. DOCENTI E RAGAZZI. Questionario PROGETTO EUROPEO "SUCCESS" - Università LA SAPIENZA.


Carissim* Genitore o Famigliare "Caregiver", Docente o Terapista,

Alcuni professori e ricercatori della Sapienza mi hanno contattata perchè stanno lavorando ad un  progetto di Ricerca Europeo, denominata "SUCCESS", uno studio consultabile sul sito  www.success4all.eu , insieme ad altre Università.
Vi chiedo, se volete raccontare la vostra esperienza relativa all'uso delle Tecnologie Didattiche e Comunicative durante il periodo della pandemia COVID-19 in tema di "Discapacità", di compilare il seguente questionario https://forms.gle/zs7DVceGNiBsFHH77 al link che ci hanno inviato.
Il questionario comporta pochi minuti del vostro prezioso tempo ma può servire alla comunità scientifica per comprendere molto di come siano andate le cose in ambito educativo in questo periodo, ancora più difficile per molti di voi, che vivono quotidianamente l'educazione scolastica dei ragazzi con disabilità.
Riguarda quindi solo di un piccola parte dei Caregivers e degli operatori interessati, ma mi ha fatto molto piacere che qualcuno si sia ricordato, anche nel mondo dell'Università, dei Caregivers.
Una "categoria" sempre agli ultimi posti, ma che accresce sempre di più l'interesse e l'attenzione dell'opinione pubblica, dopo il suo dovuto riconoscimento giuridico.
Laura