lunedì 1 ottobre 2018

UNO STRANO NEGOZIO.

Uno strano negozio
Un giorno una signora entra in un negozio e si rivolge alla commessa:
Mi scusi vorrei un bimbo!…
Come lo desidera signora?
Beh… mi piacerebbe innanzitutto sano.
Ha preferenze per i colori?
Bianco, capelli biondi, occhi azzurri, senza nei … insomma perfetto!
Signora tra tutti quelli da lei scelti che abbiamo in lista ci sono dei bambini che risponderanno male ai genitori, … lei cosa desidera?
“Beh, mi dia uno che non risponderà male alla mamma”.
Ok signora! Ma nella lista di tutti quelli che si rivolgeranno con parole educate e bei modi ci sono quelli che poi faranno uso di sostanze stupefacenti…
Ah no! Mi dia pure un bambino tra quelli che non si drogheranno …
Ok signora! Ma fra quelli rimasti che non si drogheranno ci sono quelli che moriranno di malattia o che a causa di un incidente avranno delle lesioni permanenti …
OH NO! Mi dia un bambino che non morirà di malattia, e che non rimarrà qui in qualche modo…
Bene, bene. Vediamo, tra quelli che Le sono rimasti, ne vuole uno che avrà risultati brillanti nello studio o non è interessata alla sua formazione culturale?
Ah no! Dovrà studiare molto, anzi se si può scegliere uno che da grande farà l’ingegnere, il dottore è meglio…
Ha finito signora? Il bambino da lei scelto deve avere ulteriori requisiti?
Sì ho finito! Ricapitoliamo: desidero un bimbo bianco, capelli biondi, occhi azzurri, che non risponde alla mamma, che non si droghi, che non morirà presto di malattia, che non avrà incidenti o rimarrà qui così così, che studierà molto e diventerà ingegnere o dottore. Penso di non aver dimenticato nulla!
La signora paga esce dal negozio col bimbo e sale in macchina dal marito. 
Il marito vede la moglie soddisfatta che entra in macchina con il fagotto e chiede: Sarà felice e capace di Amore?
Siamo una coppia di giovani genitori e molti, nel corso della nostra esistenza, ci hanno sempre chiesto il motivo per cui abbiamo scelto di non scegliere; Infatti, per tutti i nostri figli, non abbiamo mai fatto l’amniocentesi, nonostante il primo figlio fosse geneticamente modificato e noi, come genitori, avessimo grandi probabilità di ripeterci.
La nostra risposta non va certo cercata in chissà quale ignoranza, fatalismo o masochismo; la scelta è scaturita dalla convinzione e dall’accettazione della procreazione e della nascita non del figlio che si vuole ma del figlio che si genera.
Quando un cuore batte nel grembo di una madre, non c’è una vita ma la vita: la vita di tuo figlio. Questo figlio, che non ha chiesto di nascere, e al momento di venire alla luce, non ha altra chance alla vita se non quella che ha. Se un figlio viene buttato gli viene negata l’unica possibilità che ha di venire al mondo, lui non potrà mai essere il prossimo concepito o tantomeno potrà vivere diversamente da come è, e mi piace usare il “diversamente”.
Il figlio che nasce è individuo unico e irripetibile, fatto a somiglianza di Dio con tutte le sue forze e le sue debolezze, essere genitori comincia da qui: dal prendere coscienza profonda del senso del figlio.
Tutti i timori di ogni madre possono essere fugati dalla forza e dall’esempio dalla madre di tutti: Maria.
Maria, in una situazione familiare complicata, non è fuggita di fronte alle difficoltà, non ha scelto la strada più facile, ma, d’esempio per tutti, ha detto: “Eccomi”.
E’ per quel “eccomi” che noi abbiamo “non scelto”. Eccomi accolgo in grembo la volontà di Dio. E per chi pensa che non ci siano risposte e non ci sia senso cito uno dei passi per me più belli del Vangelo:
Vedendo un cieco tale fino dalla nascita, i discepoli chiedono a Gesù se è per colpa sua o per colpa dei suoi genitori che egli è in quella situazione. Gesù risponde:
"Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio.”
Ogni cosa ha un senso non il nostro, ma il senso di Dio. Di nuovo, anche in quest’occasione, sia fatta la tua volontà, mi fido di te, mio Signore.
Un saluto a chi vorrà leggere, senza giudicare, queste righe scritte da una mamma, che alcuni definiscono “fuori dal comune, un po’ stramba, all’antica…” che con le lacrime, con il dolore, con la rabbia, con la gioia, con il sorriso, con l’Amore di chi ci vuole bene, guarda al mondo con fiducia.
LAURA Big.
L'AMORE E' L'UNICA POSSIBILITA' CHE ABBIAMO.

1 commento:

  1. Ci conosciamo da poco, ma subito affiatate e con un comune denominatore che ci lega, i nostri meravigliosi ragazzi. Sei semplicemente straordinaria nella tua semplicità, le tue parole sono anche le mie. Sei stramba? Beh lo sono anch'io! Dobbiamo esserlo cara Laura! Il macigno che la società quotidianamente ci addossa, credo che ci schiaccerebbe se non fossimo cosi. Ti stimo tanto, e lo sai, ti voglio bene, anzi vi voglio bene.
    Mary la mamma di Mattia.

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