mercoledì 1 luglio 2015

Dichiarazione di voto sen. Laura Bignami (Movimento X) su riforma della scuola 25.06.2015




Pubblichiamo anche il resoconto stenografico dell'intervento:

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Bignami. Ne ha facoltà.

BIGNAMI (Misto-MovX). Presidente, colleghi, vorrei precisare che i cinque minuti del mio intervento sono, anch'essi, senza oneri aggiuntivi per lo Stato. (Applausi dei senatori Candiani e Casaletto. Ilarità.). Signor Presidente, è inutile ripetere che questa fiducia è un bavaglio, è inutile ripetere che voi al Governo, voi maggioranza avreste potuto fare una vera riforma della scuola. Una vera riforma era potenzialmente possibile: è questo che mi fa trasalire di rabbia ed è questo che fa davvero inalberare le minoranze, me inclusa: il fatto che ciò avrebbe potuto essere possibile.



Come? È semplicissimo, presidente Marcucci: con altri relatori. Cosa dire - ne cito solo alcuni e non si offendano gli altri - dei senatori Tocci, Mineo e Zavoli, contraddistinti da un'onestà intellettuale e da una dialettica indiscutibile e riconosciuta da tutti, che con la loro esperienza e capacità di dialogare - e non di «monologare» - sarebbero stati, loro sì, in grado di creare un capolavoro. Ecco cosa non volevi, mio caro "Renzipoleone": un capolavoro! Certo, nel capolavoro non ci sarebbero stati tutti i regali alle tue scuole non pubbliche. In un capolavoro ti saresti preso cura degli ultimi, come diceva prima di me la senatrice Dirindin. Con un capolavoro non ti saresti accaparrato le grazie dei presidi. In un capolavoro non avresti accentrato i poteri in un'unica persona, alimentando la logica dei favoritismi. In un capolavoro non avresti creato ingiustizie sociali. In un capolavoro avresti garantito le risorse per gli educatori e il trasporto gratuito dei disabili. In un capolavoro avresti assegnato gli insegnanti di sostegno agli alunni fin dal primo giorno di scuola e avresti garantito insegnanti di sostegno formati e specializzati. Sarebbe stato un capolavoro, se avessi assunto non solo 100.000 insegnanti, ma tutti quelli di cui la scuola aveva bisogno e che avevano i requisiti per essere assunti. Mi fermo un attimo con questa elencazione, per cercare di farvi capire, a braccio, la pericolosità del potere del preside. Al preside avete dato un arbitrio e in un Paese in cui c'è la mafia, un preside, in alcuni luoghi d'Italia, non potrà dire più di no a certi insegnanti figli di mafiosi. Mi fermo qui, perché ho solo cinque minuti di tempo, ma l'elenco dei capolavori sarebbe abbondante, se non illimitato.



Avreste dunque potuto proporci persone più duttili, che con metodi più democratici e capacità di ascolto maggiori, non ci avrebbero portato sin qui, in questa situazione. L'unico elemento positivo, che posso considerare come una piccola vittoria di Pirro, è stata l'approvazione alla Camera dei deputati di un mio emendamento sulla continuità didattica e di altri che prevedono la formazione del personale ATA e dei presidi su alcuni principi di pedagogia fondamentale.



Nell'iter di questa riforma è dunque mancato il dialogo. Il dialogo nasce dall'ascolto e qui non c'è stato dialogo, ma solo un'esecuzione di ordini. In Commissione abbiamo ascoltato dalla relatrice solo ripetizioni a non finire di slogan e di mantra. Non ho mai sentito svolgere ragionamenti elaborati, consequenziali e orientati alla ricerca della convergenza su una sintesi condivisa. Nella Aule parlamentari e in televisione ho sentito sempre le solite frasi ripetute ad arte, senza mai uscire dal tracciato. Questo non è l'esercizio della dialettica: mi dispiace presidente Marcucci, scegliendo questa relatrice non ha voluto la dialettica, non ha voluto rischiare. questa non è democrazia, perché la democrazia si esercita nel confronto. Lei, presidente Marcucci, ha preferito una relatrice orientata all'obbedienza, rispetto a relatori con esperienza e capacità di mediare, ascoltare e sintetizzare. (Richiami del Presidente).



Mi avvio a concludere, signor Presidente. L'obbedienza, invece, l'ha fatta da padrona, e si è scelta una relatrice troppo obbediente e servile, prona ad un sistema che non è democratico. (Richiami del Presidente). Spero almeno adesso che abbia il fiore all'occhiello di tutta questa fatica e si guadagni il Ministero.



Non è stato democratico approdare in Aula senza relatore, ma questo non poteva che essere un effetto provocato da questa sua scelta. Alla fine credo - e di questo resterò convinta - che forse non fu nemmeno una sua scelta, mio caro presidente Marcucci, ma ancora una volta un imperio venuto dall'alto; lei sa che io le sono riconoscente per le belle parole espresse nei miei confronti...


PRESIDENTE. Senatrice, va bene così.


BIGNAMI (Misto-MovX). Aspetti, Presidente, concludo.


PRESIDENTE. Abbiamo già aggiunto del tempo a quello che aveva a disposizione. Ci sono regole da rispettare.


BIGNAMI (Misto-MovX). ...e penso che lei sia una vittima del sistema. Le porgo le mie scuse, ma qui bisogna tornare alla democrazia; quella vera, perché siamo in una Repubblica democratica e abbiamo non il potere ma il dovere di esercitare i nostri diritti in piena libertà di coscienza... (Applausi del senatore Candiani).



PRESIDENTE. Grazie, senatrice.



BIGNAMI (Misto-MovX). L'ultima frase, Presidente; veramente ho finito. Non faccia discriminazioni anche lei.



PRESIDENTE. Non le faccio; allunghiamo i tempi di tutti ma entro un certo limite.

BIGNAMI (Misto-MovX). Quindi, non voglio sentire alla mia destra gente che fa la vittima perché in realtà avreste potuto compierlo questo capolavoro, ma, per tutti questi motivi, caro mio Renzi-Napoleone, la scuola sarà la vostra Waterloo. (Applausi dei senatori Vacciano e Candiani).


Nessun commento:

Posta un commento