martedì 21 luglio 2015

La senatrice Bignami (Movimento X) in missione con la Commissione Ambiente del Senato alla Ferriera di Servola

da Il Piccolo


di Silvio Maranzana
«Siamo sulla buona strada, parte dei programmi di risanamento sono già stati attivati, alcuni ritardi dipendono da autorizzazioni che devono essere concesse dalle amministrazioni pubbliche, ma il cavalier Arvedi ci ha dimostrato tutta la sua buonafede». Così si è espresso il vicepresidente della Commissione Ambiente del Senato Aldo Di Biagio (Area popolare) dopo aver guidato un gruppo di commissari in visita allo stabilimento siderurgico di Servola e aver raccolto anche le lamentele di alcuni abitanti delle case circostanti.
In realtà la Ferriera ha “spaccato” la stessa Commissione: gli esponenti delle forze di governo hanno calcato la mano sull’imponente opera di risanamento che si sta mettendo in atto, quelli delle opposizioni hanno enfatizzato «l’inquinamento» esprimendo forti timori per il futuro. «L’inquinamento - ha sostenuto Laura Puppato (Pd) - è frutto di decenni nel corso dei quali non sono stati difesi i diritti della popolazione, ma dall’altro verso abbiamo oggi constato la buonafede e il forte impegno di un’imprenditore per andare addirittura oltre quelle che saranno le attese ordinarie correlate alle prescrizioni dell’Aia e per conciliare un’attività produttiva che gli consenta di stare concorrenzialmente sul mercato, salvaguardando al contempo la salute dei dipendenti e della popolazione. Queste le priorità manifestate: mettere un territorio in sicurezza, rilanciare un’area degradata, ripristinare gli impianti secondo le migliori tecniche».
È intervenuta anche la senatrice Laura Fasiolo (Pd) della Commissione sicurezza sul lavoro e malattie professionali: «Sono rimasta colpita dalla volontà di mettere in sicurezza un sito contaminato e dagli interventi previsti che comunque sarà necessario monitorare e far accelerare tenendo presente che la priorità deve essere sempre la sicurezza e salute dei cittadini e dei lavoratori».


A questo punto però il clima è cambiato. «Abbiamo sentito tante belle parole per il futuro dal cavalier Arvedi mentre il passato è rappresentato da uno stabilimento di fine Ottocento - ha commentato Laura Bignami (Movimento X, quello dei fuoriusciti dai Cinquestelle) ma a preoccupare me è il presente perchè in una casa nelle vicinanze abbiamo visto che una calamita fa muovere la polvere che si forma, poi polveri sulle finestre, gente che fa una vita di sacrifici». Paolo Arrigoni (Lega Nord) ha detto che pur rendendosi conto del ruolo importante che Servola può giocare per l’intero comparto siderurgico nazionale «ci sono problemi ambientali e cercheremo di capirne l’impatto sulla salute umana. Ci sono polveri pesanti disperse nell’aria, per cui va attentamente valutato il rispetto delle Buone pratiche e dell’Accordo di programma. Abbiamo appreso - ha concluso - che se l’impianto per il contenimento delle emissioni dalla cokeria sarà efficiente, l’area a caldo non sarà chiusa, ma il mio gruppo terrà un atteggiamento di massima vigilanza sui lavori». Sono intervenuti anche parlamentari esterni alla Commissione. Luigi Gaetti (Cinquestelle) si è detto particolarmemte allarmato per le polveri nelle case circostanti. «Mi auguro che alla fine si arrivi a uno stabilimento non inquinante - ha sottolineato - perché questa azienda ha ottenuto copiosi fondi pubblici e voglio capire se sono stati spesi in maniera compiuta. Al momento ho forti dubbi sulla riuscita dell’operazione. Per Aris Prodani (Alternativa libera) «alcuni lavori sono stati fatti, ma i dati della centralina di via San Lorenzo in Selva sono eloquenti e molto preoccupanti». «È indispensabile - secondo Lorenzo Battista, il senatore di Per le autonomie che ha fatto intervenire la Commissione - che le istituzioni svolgano un ruolo di monitoraggio costante perché se non sarà garantita la salute della popolazione entro il 2015, significherà che l’area a caldo non è più sostenibile».
Ha polemicamente chiuso Sandra Savino (Forza Italia): «Quand’ero assessore regionale era stato condiviso un percorso di riconversione industriale perché era stato appurato che non esiste uno stabilimento siderurgico a inquinamento zero. E allora voglio capire quando Arvedi intende chiudere il reparto a caldo di questa schifezza che abbiamo nel centro della città».

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