mercoledì 20 maggio 2015

Intervento sen. Bignami su ddl ecoreati. 19.05.2015




Ecco il testo dell'intervento:



PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Bignami. Ne ha facoltà.


BIGNAMI (Misto-MovX). Signora Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro, il disegno di legge sugli ecoreati che siamo chiamati a discutere, oggi, in una nuova lettura, prevede una razionalizzazione delle norme penali sull'ambiente ed un inasprimento delle sanzioni per chi inquina.

È un testo necessario perché, dopo più di vent'anni di attesa, finalmente inserisce nel codice penale i reati commessi contro l'ambiente. Allunga, fino a raddoppiarli, i tempi di prescrizione; introduce nuove fattispecie delittuose, quali quelle di inquinamento ambientale, disastro ambientale, traffico ed abbandono di materiale ad alta radioattività - bisognerebbe, poi, che fosse data la definizione di «alta» - impedimento del controllo ambientale e omessa bonifica.

È una legge che ci chiede anche l'Europa, e forse è per questo che, dopo vent'anni, abbiamo una legge.

Per troppo tempo i danni all'ambiente provocati dall'uomo e i danni alla salute dei cittadini sono rimasti impuniti. È ora di dare una sferzata, di offrire una prova di civiltà. Ma ho un dubbio: riusciremo a condannare qualcuno?

Con l'approvazione di questa legge i delitti contro l'ambiente potranno essere sanzionati adeguatamente e contrastati in modo efficace? Non possiamo permettere che le ecomafie agiscano impunite e che gli imprenditori onesti, che rispettano la legge, subiscano la concorrenza sleale di chi continua ad operare nell'illegalità. Sono circa 34.000 i crimini, 28.000 le persone denunciate alle autorità, 161 sono agli arresti domiciliari e circa 8.000 i pignoramenti giudiziari, per un fatturato di quasi 17 miliardi di euro. Che tesoretto!



È la fotografia della criminalità ambientale italiana: un gigantesco business, oggi gestito da 302 clan mafiosi. Negli ultimi vent'anni sono aumentate esponenzialmente le infiltrazioni criminali nella gestione dei rifiuti e nello sviluppo delle energie rinnovabili. I dati diffusi dal rapporto 2013 di Ecomafia sono eloquenti.

Questi sono i dati di fatto. Ma il presente disegno di legge risolverà davvero questi problemi? È un'economia che nasce dalla comunione d'interessi tra imprenditori senza scrupoli, sindaci, amministratori collusi, funzionari corrotti, professionisti privi di etica e boss della mafia. Avrà questo disegno di legge una tale forza di contrasto?

Non è solo l'aspetto economico dell'affare che attira la mafia, ma la prospettiva dell'impunità. Infatti, la maggior parte dei tribunali italiani riesce a sanzionare tali reati soltanto dal punto di vista amministrativo: è sufficiente pagare una contravvenzione per regolare i conti con la giustizia. Basta una semplice multa quando è in gioco la salute e, quindi, la vita delle persone. Direi che è una vergogna!

Non possiamo più tollerare episodi come l'emblematico caso Eternit, in cui tutto si è concluso con un nulla di fatto: i responsabili della tragedia sono stati tutti assolti per la mancanza, nel nostro codice penale, di un reato come quello di disastro ambientale. Sono sotto gli occhi di tutti situazioni ambientali esplosive: dalla terra dei fuochi, a Taranto, alla valle del Sacco. Dobbiamo intervenire con provvedimenti forti ed immediati, per non essere complici di ulteriori ritardi. Non facciamo pagare ai nostri figli i danni provocati dal nostro inquinamento.

L'agire indisturbato, negli anni Ottanta, di molti industriali senza scrupoli ha provocato danni irreparabili all'ambiente, di cui oggi subiamo le conseguenze. Viviamo circondati da discariche. Non a tutti i nostri figli è consentito bere l'acqua del rubinetto. Per citare un esempio di una questione di cui mi sono occupata personalmente, nel Comune di Milano, in via Bazzi, è stata riscontrata un'alta concentrazione di cromo esavalente nella falda freatica, con il rischio di compromissione della falda più profonda utilizzata per l'acqua potabile. La forte percentuale di questa sostanza, altamente cancerogena, è dovuta al passato industriale della zona.

Pensiamo poi al caso della valle Olona, un'area che prende il nome dal fiume Olona e che si estende dalla Provincia di Milano a quella di Varese: oggi risulta in gran parte contaminata da mercurio presente nel suolo. Secondo un documento di Legambiente, le valutazioni della qualità delle acque in questa valle vanno dallo «scarso» al «cattivo», al «pessimo», mentre secondo l'Europa, teoricamente, dovrebbe essere «più che buono».

Nel complesso, lo stato ambientale è estremamente critico con un significativo inquinamento delle falde acquifere, dell'aria e del suolo, ma nessuna delle autorità competenti - ripeto nessuna delle autorità competenti - è al momento intervenuta e l'interpellanza urgente che ho presentato su questo tema è lettera morta.

È ora di cambiare rotta. Raccogliamo, quindi, l'appello di Legambiente e di Libera che ci chiedono di non apporre modifiche, per evitare strumentalizzazioni e colmare il vuoto normativo che ha permesso alle ecomafie e agli industriali più spregiudicati di arricchirsi a danno della salute dei cittadini.

Rimane comunque il dubbio: sarà sufficiente?

Non abbiamo presentato emendamenti, non abbiamo fatto nessuna conferenza stampa per impedire polemiche e per favorire la rapida approvazione della legge. Siamo consapevoli, però, che il testo presenta alcune perplessità e che sarebbe stato opportuno - per esempio - inserire il divieto di utilizzo dell'air gun, ossia una tecnica d'ispezione finalizzata all'analisi della composizione del sottosuolo marino, consistente in spari ad aria compressa ad alta densità sonora. Tali spari generano onde riflesse, per estrarre dati sulla composizione dei fondali marini, che possono però provocare anche disturbi comportamentali e fisiologici alla fauna ittica. La tecnica dell'air gun è stata, pertanto, fortemente criticata a livello internazionale e dalle associazioni ambientalistiche italiane.

Il Senato si era già espresso, introducendo, attraverso un emendamento, la reclusione da uno a tre anni per l'illecita ispezione dei fondali marini. Si trattava di una norma sensata, che non avrebbe limitato la ricerca scientifica, ma alla Camera si è violentato il Senato, e lo sottolineo. Qui in Senato, ben 114 di noi hanno votato a favore di un'azione che, in maggioranza, abbiamo reputato un reato e l'abbiamo fatto con l'avallo del Governo. Cosa fa ora il Governo? Cambia Camera e cambia idea.

In questi due anni, ho sempre avuto una sola certezza, che di volta in volta avete consolidato, bocciandomi decine e decine di emendamenti ragionevoli e non onerosi: nell'ottica del principio della non contraddizione dell'azione governativa, l'Esecutivo non poteva mai contraddirsi nel passaggio da una Camera all'altra. Qui, siamo di fronte ad un problema: o il principio è sbagliato e mi avete mentito fino adesso, e quindi siete falsi; oppure il principio è giusto, e qui allora avete commesso un macroscopico errore. C'è, poi, una terza possibilità: non siete voi a decidere, e questo mi preoccupa moltissimo.

State sereni, perché con me oggi si è creato un precedente: bastano un gessetto ed un cancellino per essere un professore ed è bastato l'interesse delle multinazionali petrolifere per contraddire un Governo. E la scienza cosa dice? Si divide e, quando la strada della scienza è divisa, prende piede il più forte. Il ripensamento che il Governo ha avuto alla Camera può essere letto, infatti, solo come un regalo alle grandi compagnie petrolifere, che si opponevano all'emendamento. Ci auguriamo, a questo punto, che il Governo si assuma almeno la responsabilità di accogliere il nostro ordine del giorno, volto a sospendere il rilascio delle autorizzazioni alla ricerca mineraria marina che prevedono l'impiego della tecnica dell'air gun. Il tema è serio e delicato e merita una riflessione ed un intervento rapido in sede legislativa.

Un altro elemento poco chiaro nel disegno di legge è la definizione di alta radioattività, che non è classificabile a livello scientifico e, di conseguenza, la fattispecie penale introdotta potrebbe portare a dubbi interpretativi. Durante l'iter parlamentare, però, siamo riusciti ad apportare alcuni correttivi al testo: è stato approvato un nostro ordine del giorno che impegna il Governo a rafforzare con particolari tecniche i controlli di materiali radioattivi alle frontiere, così da colpire soprattutto le organizzazioni criminali che lucrano sullo smaltimento e sul traffico di rifiuti pericolosi.

Pur consapevoli di alcune ombre che restano nel provvedimento, comprendiamo la necessità di non sottoporlo ad ulteriori modifiche, perché è un testo che veramente apre la strada ad un cambiamento, o almeno ad un tentativo di cambiamento culturale. Siamo abituati a considerare l'ambiente come un paesaggio o una bella cornice, mentre è il nostro spazio vitale, da cui derivano il nostro benessere e la nostra salute. È in quest'ottica che va riletto l'articolo 9 della nostra Costituzione e vanno puniti severamente coloro che non lo rispettano. (Applausi dal Gruppo Misto-SEL e dei senatori De Pin e Vaccari).














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