martedì 9 febbraio 2016

La senatrice Bignami presenta un'interrogazione sul caso sollevato da "Le Iene" : "Incidenti stradali: chi paga le cure mediche?"

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

BIGNAMI e CAMPANELLA AI MINISTRI DELLA SALUTE e DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI

Premesso che:
nella puntata della trasmissione televisiva "Le Iene" del 31.01.2016, nel servizio "Incidenti stradali: chi paga le cure mediche?" sono state affrontate le questioni delle spese che il Servizio sanitario sostiene quando presta cure mediche ai feriti degli incidenti stradali e delle modalità di rimborso economico che riceve;
considerato che:
il diritto alle salute è garantito dall' art. 32 della Costituzione, che recita: "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività...";
il codice civile precisa che colui che provoca l'incidente stradale è tenuto a risarcire il danno, come specificato dall'art. 2043 (Risarcimento per fatto illecito) che recita: "Qualunque fatto doloso o colposo, che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno" e dall'art. 2054 sulla circolazione dei veicoli che recita: "Il conducente di un veicolo senza guida di rotaie è obbligato a risarcire il danno prodotto a persone o a cose dalla circolazione del veicolo, se non prova di aver fatto tutto il possibile per evitare il danno. (...).";
secondo quanto riferito in puntata dall'avvocato Federico Tedeschi, docente presso l'Università degli studi di Roma "La Sapienza", dai succitati articoli del codice civile deriverebbe il diritto per le aziende ospedaliere nel caso in cui prestino soccorso a feriti di incidenti stradali di rivalersi per le spese sostenute su coloro che hanno provocato l'incidente e di conseguenza sulle assicurazioni di questi ultimi;
in Italia avvengono circa 180.000 incidenti stradali l'anno che causano circa 250.000 feriti l'anno; la spesa per le cure mediche e i ricoveri ammonterebbe a circa 6.500 euro per ferito e a circa 1.625.000.000 euro totali l'anno a cui poi vanno aggiunti i costi per la riabilitazione che può durare settimane, mesi o anni;
tenuto conto che:



con la Riforma del codice delle assicurazioni private, d.lgs. 209 del 2005, sono state introdotte nuove disposizioni in materia; in particolare l'art. 334 prevede che: "Sui premi delle assicurazioni per la responsabilità civile per i danni causati dalla circolazione dei veicoli a motore e dei natanti si applica un contributo, sostitutivo delle azioni spettanti alle Regioni e agli altri enti che erogano prestazioni a carico del Servizio sanitario nazionale, nei confronti dell'impresa di assicurazione, del responsabile del sinistro o dell'impresa designata, per il rimborso delle prestazioni erogate ai danneggiati dalla circolazione dei veicoli a motore e dei natanti.";
nelle polizze Rc auto è presente, dunque, un contributo del 10.50% del valore totale della polizza che viene versato direttamente al Servizio Sanitario Nazionale che va a coprire le spese sostenute dallo Stato per le cure mediche fornite ai feriti in caso di incidenti stradali;
si tratta di una tassazione forfettaria che, secondo "Le Iene", porterebbe nelle casse dello Stato circa 3.5 miliardi di euro l'anno, un ammontare nettamente superiore ai soldi pubblici effettivamente spesi per soccorrere i feriti vittime di incidenti stradali;
secondo l'avvocato Federico Tedeschi, la norma prevista dall'articolo 334 del d.lgs. 209 del 2005 è da ritenersi incostituzionale laddove si interpreti che il contributo per il SSN presente nelle polizze RCAuto copra tutti gli obblighi previsti per le assicurazioni, perchè in questo modo lo Stato acquisirebbe in anticipo un contributo economico dai cittadini senza conoscere con certezza il dettaglio delle spese che dovrà poi affrontare per prestare cure mediche alle vittime degli incidenti stradali; tale norma violerebbe così gli articoli 81 e 113 della Costituzione;
il contributo obbligatorio reso al Servizio Sanitario Nazionale presente nell' RC auto appare come un'ulteriore tassa sulle spalle dei cittadini;
si chiede di sapere:
se i ministri in indirizzo non ritengano necessario adottare provvedimenti utili a modificare il codice delle assicurazioni private in modo da eliminare  il contributo obbligatorio al servizio sanitario nazionale e, in conseguenza, a introdurre norme stringenti che obblighino le aziende ospedaliere a rivalersi in maniera documentata sulle imprese assicuratrice per  l'effettiva entità delle spese sostenute di volta in volta per prestare cure mediche alle vittime degli incidenti stradali.

9.02.2016

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