venerdì 6 giugno 2014

Risposta del Ministero dello Sviluppo Economico all'interrogazione della sen. Bignami sul de-peering attuato da Telecom

Legislatura 17 Risposta ad interrogazione scritta n° 4-00702

Risposta all'interrogazione n. 4-00702
 Fascicolo n.43
Risposta. - Si risponde sulla base degli elementi acquisiti anche presso la società Telecom Italia.

Tecnicamente il peering si configura come una modalità di interconnessione tra le reti di due operatori finalizzata allo scambio del traffico dati, generato dai clienti delle reti di ciascun operatore, tipicamente con protocollo IP. Lo scambio del traffico, in molti casi, avviene a titolo non oneroso (cosiddetta modalità bill&keep) per ciascuna delle parti interconnesse. Il peering si è sviluppato negli anni a livello internazionale e nazionale nel contesto di libero mercato e di libere scelte imprenditoriali delle aziende coinvolte nello sviluppo di internet.

Telecom Italia ha precisato che tra i principi del peering c’è quello per cui le relazioni sono fornite senza modalità di garanzia della qualità del traffico, ed i collegamenti sono di tipo best effort, senza alcuna garanzia del servizio legata alla relazione di interconnessione. A tal riguardo la società ha evidenziato che le scelte industriali e commerciali di operatori e provider che agiscono nel mondo internet hanno determinato la nascita a livello internazionale e nazionale di altri modelli tecnico-economici di scambio di traffico. Tali modelli, che vanno sotto il nome di "transiti", sono generalmente remunerati.

Ha, altresì, precisato che la propria policy di peering è basata su un’esigenza di razionalizzazione dei costi e di copertura degli investimenti di rete, necessari per gestire il forte sbilanciamento di traffico registrato sulle reti di Telecom Italia per servizi appartenenti a parti terze.

Telecom Italia ha precisato che le misure di traffico effettuate sulla propria rete relative al traffico IP dati, testimoniano come l’interconnessione IP di Telecom Italia con molti provider/aggregatori di traffico ha perso nel tempo la natura di peering inteso come rapporto tra “pari”, configurandosi sempre più come un rapporto sbilanciato che consente loro di accedere direttamente alla customer base di Telecom Italia, veicolando i contenuti dei propri content provider, e quindi i propri servizi commerciali, senza costi aggiuntivi (se non quelli propri legati alla realizzazione tecnica del peering). Questa situazione obbliga Telecom Italia ad ingenti investimenti necessari a realizzare infrastrutture adeguate per il peering, senza che questi investimenti siano remunerati da ricavi adeguati.

Con riferimento alle asserite finalità escludenti legate al de-peering, Telecom Italia ha sottolineato come queste siano del tutto estranee alla policy adottata, in quanto la stessa garantisce sempre la raggiungibilità dei propri clienti finali da parte di tutti i soggetti del sistema (e quindi anche di tutti gli ISP italiani) attraverso i propri collegamenti con la rete internet ad alta capacità ed alta efficienza. I rapporti di peering che si sviluppano presso gli Internet exchange point (o NAP, neutral access point) vedono come condizione obbligatoria al NAP che ogni internet service provider (ISP) aderente si doti di un'alternativa per l’instradamento del traffico (accordo di transito con carrier IP) rispetto allo scambio dei dati presso i NAP.

A tal riguardo la società Telecom Italia ha riferito che per consentire, in ogni caso, di mantenere un accesso diretto alla propria customer base anche a soggetti non peer, ha messo a disposizione un’offerta commerciale di banda IP verso i propri accessi, disponibile anche presso gli stessi NAP oggetto del de-peering.

Relativamente alle asserite conseguenze negative sulle prestazioni delle reti in caso di de-peering la società ha rilevato che, il tema era già stato presentato agli operatori nel corso del 2012, e che solo nel marzo del 2013 sono state inviate le comunicazioni ufficiali di avvio delle attività operative di de-peering. Gli stessi ISP interessati da tale azione hanno avviato le relative attività preliminari e di test, senza che a ciò siano seguite segnalazioni su un eventuale peggioramento delle condizioni di fruizione dei servizi internet, anzi in occasione di un meeting sul tema hanno presentato un documento in cui si dimostrava che nessun effetto apprezzabile sarebbe intervenuto sul servizio ai clienti finali.

In merito al “provvedimento dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato” (AGCM) sulla base del quale “Telecom Italia ha chiuso le interconnessioni internet (il peering gratuito che attuava dal 1996)” la stessa società ha fatto presente che l’AGCM con nota del 7 luglio 2006 aveva comunicato che la rilevanza degli impegni assunti da Telecom nel 1996 risultava superata, considerate le mutate condizioni del mercato dei servizi di accesso a internet, nonché l’attuale stato della regolamentazione del settore delle comunicazioni elettroniche.

Relativamente all’eccessivo onere lamentato dagli ISP, Telecom Italia ha evidenziato di aver reso disponibile i peering commerciali non solo presso le proprie sedi, ma anche presso i due principali NAP (MIX e NAMEX) al fine appunto di agevolare gli ISP già ivi presenti. Secondo quanto comunicato dalla società i prezzi offerti per il peering a pagamento risultano in linea con il mercato.

Si fa presente, infine, che l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) è stata investita da alcuni operatori sulla questione nel 2013 svolgendo alcune attività di vigilanza.

Con nota del 26 giugno 2013 l’associazione italiana degli Internet service provider, la AIIP, ha segnalato all’Autorità l’intenzione di Telecom Italia, comunicata a diversi operatori, di recedere da tutti i rapporti di interscambio di traffico internet, finora gestiti su base di reciproca gratuità (secondo il principio "sender keeps all"), realizzati presso i neutral access point (tra cui figurano il MIX ed NAMEX).

L’AGCOM, sentiti il segnalante e Telecom Italia, ha svolto le proprie valutazioni conclusive evidenziando che il mercato della fornitura della interconnessione per la terminazione del traffico IP per trasporto dati, contenuti ed eventualmente VoIP best effort, presso nodi neutrali (cosiddetti NAP), non è regolamentato. In tale mercato non possono pertanto essere imposti dall’AGCOM a Telecom Italia obblighi di interconnessione e controllo di prezzo ex ante.

Telecom Italia è tuttavia, ai sensi di quanto previsto dal codice delle comunicazioni elettroniche, soggetto all’obbligo di negoziare in buona fede, sulla base di principi di equità e ragionevolezza, le condizioni tecniche ed economiche di interconnessione.

L’Autorità è quindi intervenuta sollecitando le parti a giungere ad una rapida conclusione delle negoziazioni riservandosi di intervenire, in caso di difficoltà nelle trattative per favorire la conclusione di accordi, anche in sede di risoluzione delle controversie ai sensi dell’articolo 23 del codice.
Il Sottosegretario di Stato per lo per lo sviluppo economico
GIACOMELLI
 (20 maggio 2014)