giovedì 5 giugno 2014

La dichiarazione di voto della senatrice Bignami sul decreto Irpef

Signor presidente, onorevoli colleghi,
il 2 giugno ho presenziato come di consueto alle celebrazioni per la festa della repubblica nella mia Varese.
Durante il canto dell'Inno d'Italia sono rimasta colpita dalla serietà con cui i militari presenti gridavano: "siam pronti alla morte, l'Italia chiamò, sì".
Anche noi siamo stati chiamati, ma a cosa siamo pronti? Neppure ad un piccolo sacrificio.
Il decreto contiene un contentino per pochi e la soluzione per nessuno.
Questo rende manifesta l'incapacità (o la paura) di fare delle scelte in una prospettiva ampia e proiettata nel futuro, seguendo un disegno.
Ogni articolo sfiora un tema, non lo affronta, un'operazione di maquillage che non nasconderà a lungo le rughe che stanno sotto.
Cosa ci dice questo? Che grave segnale ci dà?
Ci dimostra che non c'è una programmazione che coordini obiettivi e risorse, che non c'è una chiara visione delle priorità, meno che meno la reale comprensione del livello di ingiustizia sociale che si è creato nel Paese.
Nessuna conoscenza nè percezione del reale.
Un paese in cui la classe media (spina dorsale fino a una decina di anni fa dell'Italia uscita dalle macerie della 2a guerra mondiale) si sta dissolvendo, portando via con sè anche larghe quote di cultura dello Stato, partecipazione alla vita pubblica, sostegno ai valori della Costituzione, la risposta di tutto questo: un contentino qua e là, nemmeno equamente distribuito.
Questa non è la dimostrazione di un energico cambiamento, come si vorrebbe far credere; questo è il risultato di una ricerca di consenso senza disturbare nessuno fra coloro che, indifferenti alle sorti della collettività e alla salute della pubblica res, niente patiscono in questa grave crisi economica.
Res pubblica non intesa nel senso di S. Agostino di magna latrocinia in riferimento ai governi iniqui, ingiusti e corrotti, ma nel senso ciceroniano di res pubblica che si esplica nei tre concetti di : interesse comune, consenso ad una legge comune e diritto riconosciuto.
Questo che voi fate è solo un piccolissimo passo. I piccolissimi passi li fa solo chi non sa camminare  o chi non sa dove andare.
Noi vogliamo un passo deciso nella direzione del vero cambiamento.
Cambiamento nella struttura e nella vera semplificazione.
E che dire delle coperture?
Proprio perchè le coperture per me non sono dei tettucci per proteggere dal sole o dalla pioggia, voterò contro.
I cittadini italiani non vogliono solo 80 euro ma vogliono dignità, lavoro e la vera giustizia sociale.