Gli Italiani riscoprono la
Costituzione ogni volta che viene attaccata. Ma i virus non attaccano le
Costituzioni, attaccano i più deboli e gli ultimi, che le Costituzioni
dovrebbero difendere.
Nel 2015, Hans Rosling, medico-statistico e accademico svedese, scriveva:
[..] ho spiegato come nel 2014,
io sia stato troppo lento a intuire i rischi dell'epidemia di Ebola nell'Africa
occidentale. Li compresi solo quando vidi che la linea del la tendenza stava
raddoppiando. Anche in quella situazione ne urgente e spaventosa, tuttavia, ero
determinato a imparare dagli errori passati e ad agire in base ai
dati, non sulla spinta dell'istinto e della paura.
[..] Quando i normali servizi
sanitari iniziarono a vacillare sotto il peso dell'esigenza di combattere il
virus e a sottrarre risorse alla cura di altre malattie mortali, crebbe il
numero di decessi dovuti a cause diverse da Ebola. Anche molte di queste morti
furono classificate come «sospette». Cosi la curva crescente dei casi sospetti
si ingigantì sempre di più e ci disse sempre meno sulla tendenza dei casi
effettivi e confermati.
Se non si riesce a misurare i
progressi, non si capisce se le misure adottate funzionino. [..]
“I veri esperti di malattie
infettive concordano che un nuovo resistente tipo di influenza è ancora la
minaccia più sinistra per la salute globale. La ragione: le vie di
trasmissione della malattia. Il virus vola nell'aria su minuscole goccioline
Una persona può salire su un vagone della metropolitana e contagiare tutti i
passeggeri senza che si tocchino tra loro, o senza che tocchino lo stesso
punto. Una malattia trasportata dall'aria come l'influenza, con la capacità di
diffondersi molto rapidamente, è ancora più pericolosa per l'umanità di
patologie come Ebola o l'Aids. In parole povere, vale la pena fare qualunque
sforzo per proteggerci in ogni modo da un virus che è altamente trasmissibile e
che ignora ogni genere di difesa.
Oggi il mondo e più pronto per
fronteggiare l'influenza di quanto fosse in passato ma [..] può essere
difficile intervenire rapidamente contro una malattia aggressiva. Dobbiamo
fare in modo che l'assistenza sanitaria di base raggiunga chiunque,
ovunque, in modo che i focolai si possano identificare in tempi più rapidi.
Abbiamo bisogno che l'Organizzazione mondiale della sanità continui a essere
sana e forte per coordinare la risposta globale.”
Chiedetevi se quanto invocato
da Hans Rosling - in “Factfullness” e in tutta la sua vita - sia stato preso
realmente in considerazione e se la nostra assistenza sanitaria di base sia
stata realmente pronta e presente sul territorio, chiedetevi in che
condizioni i nostri operatori e i nostri medici hanno dovuto sacrificarsi e
provate a darvi una risposta.
Un piccolo essere mette questa
volta in crisi l’intero mondo globalizzato che si attiva finalmente in
coro, ma purtroppo in ritardo, sconvolto dalla sorpresa che l’uomo sapiens, in
via di “superamento delle proprie limitazioni biologiche” – come osserva
il grande antropologo Yuval Harari - venga messo paradossalmente in
discussione proprio per causa dei metodi cui l’uomo stesse pretende o crede
di poter superare queste limitazioni.
In questo statico bailamme in
cui un virus, quasi certamente sfuggito da un laboratorio, sta
cancellando l’esistenza di migliaia di persone negando loro persino la
possibilità di un ultimo abbraccio e la dignità di una sepoltura comunitaria o
religiosa, tutti ci sentiamo piccoli e impotenti, storditi dalla conta
quotidiana delle vittime e dalla incomprensione di un esserino maledetto e
misterioso, di circa 100 miliardesimi di metro, del quale politici, e purtroppo
anche scienziati, hanno detto tutto e il contrario di tutto.
La nostra tanto bistrattata e
poco attuata legge fondamentale viene riscoperta in questi giorni per via della
inadeguatezza del nostro SSN, del sottile ma tragico alleggerimento
dell’impegno pubblico in contrapposizione a quanto previsto dall’Art 32, a
favore di una Sanità Take Away, dal modello Mc Donald, dalle lunghe
attese, dai tempi cronometrati e dai posti letto in overbooking, con
l’aggravante della spinta ad una scoordinata e, in molti casi, corrotta regionalizzazione:
“La repubblica tutela la
salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività
[..].
In questo silenzioso caos, evidenziato
dall’incapacità dei governi più disparati, regionali o nazionali che siano, tutti
ci sentiamo coinvolti, imprecanti contro coloro che fanno una corsetta o fieri
della propria clausura, mentre i nostri governanti, tra Roma e le Regioni si
rimpallano ritardi e responsabilità, promettendo milioni o miliardi di euro
a pioggia per famiglie e aziende, ma di fatto limitandosi per ora, vittime di
una tardiva sindrome dell’urgenza, ad una lunga serie di compressioni di
molti articoli della nostra carta costituzionale: la libertà personale
(Art.13), la libertà di circolazione (Art.16), il diritto di riunirsi (Art.17)
e il diritto al culto (Art.20).
Un’intera società congelata
dalla incapacità gestionale della nostra classe politica dirigente, senza
esclusioni ideologiche di sorta, sorda a tutti gli allarmi ecologici,
economici e ai bisogni degli ultimi, lanciati negli anni da più parti, si trova
ora di fronte alla necessità di rivedersi da zero, soprattutto in campo
eco-politico e assistenziale.
Se fino a pochi giorni fa
tutto era legato e vincolato ai limiti di bilancio imposti dalle famose
modifiche costituzioni al Titolo V della Costituzione che ci obbliga al
pareggio di bilancio oggi si aprono aiuti economici di portata inimmaginabile.
Se fino ad oggi nel campo
sanitario assistenziale la visione del profitto ha rinominato gli Ospedali
in “Aziende” e ha concesso sempre più spazio al privato, accorpando e
riducendo il pubblico e delegando sempre di più al privato, da domani sarà
tempo di conversione, sanitaria ed ecologica.
Ma in tutto questo immenso piano
economico Europeo, panacea secondo alcuni e cappio secondo altri, troppo
rivolto alle classi deboli secondo alcuni o troppo poco rivolto al sistema
produttivo secondo altri, gli ultimi non sono contemplati, non sono più nemmeno
individuati e se lo sono, sono ignorati.
La
nostra Carta mette al primo posto la Persona, non il profitto. Il
diritto alla salute con il suo Art.32 si trova nel Titolo II, nei rapporti
Etico-Sociali, prima del Titolo III dedicato a quelli Economici, dove comunque
e tra l’altro la distinzione tra pubblico e privato è ben chiara e dove
soprattutto spicca l’Art.38: Ogni cittadino inabile al lavoro e
sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza
sociale. [..]
E se i poveri “gli avrete
sempre” ma per loro, in tempo di coronavirus, si sta palesando qualche
speranza, c’è una categoria di “poveri” a cui oltre ad essere negate le
fondamenta della nostra Costituzione (Artt.1-2-3-4 Lavoro, Dignità, Eguaglianza
e Solidarietà) è negata già da tempo anche la libertà.
Gli ultimi dimenticati sono i famigliari
caregiver, con i loro cari, considerati da molti stupidamente “improduttivi”, reclusi
da tempo nelle loro abitazioni senza bisogno di un corona virus, ancora più
soli ed invisibili di prima, nonostante la loro esistenza sia finalmente sancita
dalla legge e da un fondo irrisorio che nessuno vuole riempire.
I caregiver familiari
assistono i loro cari perché non sono in grado di prendersi cura di sé e non
sono in grado di assolvere ai propri bisogni primari. Li assistono tutto il
tempo, privati del diritto alla salute (Art.32), del diritto al riposo (Art.
36) e del diritto all’assistenza (Art.38). Sono innocenti agli arresti
domiciliari.
Non hanno scelto di compiere questa missione, non sono
volontari ma sono sempre in quarantena. Sono incatenati ai loro
assistiti, alle loro abitazioni, spesso rinunciano persino al lavoro o lo
perdono per dedicarsi al loro ruolo di cura.
Il virus ha concesso immediatamente
il telelavoro a migliaia di persone. I caregiver lo chiedono da tempo.
Fare il caregiver familiare
accorcia la vita anche di diciassette anni - come ha dimostrato Elizabeth
Blackburn-. A pandemia finita i caregiver non saranno scomparsi, continueranno
a morire prematuramente e la loro conta non verrà comunicata nei telegiornali.
Se la “lezione” impartita dal
coronavirus sarà compresa, dovremo rinnovare il sistema del welfare e
fare ciò è un dovere per la nostra costituzione, anche se in questi giorni, in
parlamento, si continuano ad ignorare le loro grida silenziose.
Oggi ricordiamo il 25 Aprile
di tutti e tra poco festeggeremo il 1° Maggio, ma il loro 25 Aprile è ancora
molto lontano ed il loro 1 Maggio è una amara ironia.
Siamo proprio sicuri che oggi il
vero problema dell’umanità sia il virus o che invece non sia la disumanità
dell’umanità, neoliberista ed individualista?
Giampaolo Sablich
Movimento X- Progetto PER
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