mercoledì 29 marzo 2017

SANITÀ, BIGNAMI (MISTO - Movimento X): SINDROME DOWN, PROVVEDIMENTI NON PIÙ RINVIABILI. 28 Marzo 2017

SANITÀ, BIGNAMI (MISTO): SINDROME DOWN, PROVVEDIMENTI NON PIÙ RINVIABILI (9Colonne) Roma, 28 mar - "La sindrome di Down passa da malattia rara a malattia cronica. Cosa cambia? Investimenti e soldi per la ricerca, ecco cosa cambia. Non sono più rinviabili provvedimenti che consentano a queste persone di condurre una vita degna. Il Governo si impegni, quindi, per adottare come standard unico per la valutazione delle persone con disabilità, la classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute ICF". Lo dichiara la senatrice Laura BIGNAMI (Movimento X/Misto) firmataria di una delle mozioni presentate oggi in Senato. Fra le altre richieste che BIGNAMI fa al Governo nella sua mozione sono presenti: prevedere la possibilità di introdurre forme di sgravio fiscale per i proprietari di immobili residenziali, concessi in affitto a persone con disabilità accertata; garantire, presso il Sistema sanitario nazionale, un maggior supporto psicologico ai genitori dei bambini; prevedere, nell'ambito delle revisioni periodiche del programma Erasmus, adeguate misure per agevolare la partecipazione di queste persone; introdurre la possibilità di adottare l'utilizzo di libri di testo scolastici adeguati alle loro capacità di apprendimento; garantire strumenti volti a facilitare progetti di coabitazione; prevedere la partecipazione delle persone con disabilità mentali a programmi di educazione sessuale consapevole; programmare, per le persone con disabilità mentali o con la sindrome di Down, un regime previdenziale agevolato in relazione alla loro capacità lavorativa e contributiva, che fornisca loro la garanzia di accesso alle prestazioni previdenziali indipendentemente dal raggiungimento dei requisiti minimi di legge; promuovere forme agevolate di previdenza complementare; predisporre un piano nazionale 'sport e disabili per l'inclusione sociale', che favorisca la piena accessibilità delle persone con disabilità mentali o con la sindrome di Down nelle palestre e nei centri sportivi, sia pubblici che privati, assicurando nel contempo un adeguato sostegno finanziario per la formazione professionale degli operatori sportivi. (PO / red) 281755 MAR 17


TESTO:


MOZIONE
BIGNAMI, VACCIANO, MUSSINI, SIMEONI, BENCINI, Maurizio ROMANI, D'AMBORSIO LETTIERI, BRUNI, DI MAGGIO, LIUZZI, PERRONE, TARQUINIO, ZIZZA, DE PETRIS, BAROZZINO, BOCCHINO, CAMPANELLA, CERVELLINI, DE CRISTOFARO, MINEO, PETRAGLIA
Il Senato,
premesso che:
la sindrome di Down è una condizione cromosomica causata dalla presenza di una terza copia (o una sua parte) del cromosoma 21;
il 21 marzo 2017, si è celebrata la giornata mondiale "World Down Syndrome Day" nel quartier generale delle Nazioni Unite a New York;
tale appuntamento internazionale di assoluto rilievo è stato sancito ufficialmente da una risoluzione dell'Onu (risoluzione A/C.3/66/L.27/Rev.1) ed è stato istituito al fine di diffondere una maggiore consapevolezza sulla sindrome e per promuovere il rispetto e l'integrazione;
nonostante sia sconosciuta la causa che determina questa e altre anomalie cromosomiche connesse alla Sindrome di Down, l'effetto ultimo che esse hanno è sempre la trisomia del cromosoma 21;
le anomalie cromosomiche, soprattutto le trisomie, non sono un evento raro, al contrario: interessano circa il 9 per cento dei concepimenti, mentre solo lo 0,6 per cento dei neonati presenta tali anomalie per via della elevatissima percentuale di embrioni che vanno incontro ad aborto spontaneo;
i dati sulla occupazione lavorativa delle persone con Sindrome di Down continuano a fotografare un Paese molto poco inclusivo. Infatti, l'Associazione Italiana Persone Down riporta un 12% di disabili occupati su un parterre di 25000 adulti (dati 2013). D'altra parte, i risultati del progetto di ricerca DOSAGE (Functioning and disability of AGEing people with DOwn Syndrome), progetto finanziato dalla Fondazione Jerome Lejeune di Parigi e coordinato dalla SOSD Neurologia, Salute Pubblica e Disabilità della Fondazione I.R.C.C.S. Istituto Neurologico Carlo Besta in collaborazione con Anffas e Aipd, riporta dati (da indagine a campione) ancora più sconfortanti: solo l’8.1% ha lavorato in passato e solo il 5.1% oggi lavora, con una età compresa  tra i 45 e i 67 anni;
le possibilità per le persone con sindrome di Down e di quelle con disabilità mentale di trovare lavoro incidono sulla capacità contributiva ai fini della maturazione del diritto alle prestazioni previdenziali dell'INPS, a prescindere dalle prestazioni economiche erogabili agli invalidi maggiorenni da parte del medesimo Istituto;
il settore della educazione scolastica, nonostante le migliorate condizioni di inclusione scolastica, continua a mostrarsi carente nei confronti delle persone affette da questa disabilità. Infatti, guardando i dati del progetto di ricerca sopra menzionato, il quadro risulta essere sconfortante: il 42.6% delle persone non ha conseguito alcun titolo di studio, del 54.5% con un titolo di studio, il 27.2% ha conseguito la licenza elementare, il 26.5% la licenza di scuola media inferiore e solo una persona ha conseguito il diploma di scuola media superiore. Di conseguenza, vi è un 46.3% che ha nulla la capacità di lettura, un 40.7% nulla la capacità di scrittura e un 68.4% nulla la capacità di eseguire i calcoli;
il futuro di queste persone è un’altra area che presenta dati significativi: il 44.1% dei partecipanti al progetto citato ha dichiarato che ad essersi occupati dell’organizzazione del futuro sono stati soprattutto i fratelli o le sorelle quando sono venuti a mancare i genitori oppure i genitori se ancora in vita (25.0%). Infine, il 53.7% dei familiari che prestano loro cura ha dichiarato che il proprio familiare con Sindrome di Down non ha mai espresso particolari desideri o aspettative riguardanti il suo futuro, mentre il 25.7% ha espresso nel tempo il desiderio di poter continuare con la propria famiglia, oppure insieme ai propri amici/da solo o con il partner (12.5%);
le diverse associazioni che si occupano della Sindrome di Down accusano la carenza di fondi attribuiti alla ricerca sulla Trisomia 21, ma risulta difficile effettuare una stima effettiva dei fondi assegnati nel nostro Paese per la ricerca su questo tipo di anomalia genetica;
un elemento certo dai dati pubblici è la destinazione dei fondi maggiormente alla diagnosi prenatale, mentre sono scarsi quelli attribuiti alla ricerca, alla riabilitazione o alla identificazione di strumenti atti a ridurre il deficit intellettivo e i disturbi di apprendimento, in particolare dei bambini nella loro fase di crescita;
la legge 3 marzo 2009, n. 18 recante "Ratifica ed esecuzione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, con Protocollo opzionale, fatta a New York il 13 dicembre 2006 e istituzione dell'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità", ha previsto l'istituzione presso il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali dell'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità;
non giova a favore delle persone con disabilità mentali la deroga al jobs act di un anno dell'obbligo di assunzione delle citate persone nelle aziende con 15-35 dipendenti, nonostante siano ormai a tutti noti gli studi che riguardano gli effetti positivi negli ambienti lavorativi ove sono presenti disabili, in particolare con la sindrome di Down;
per il settore dello sport le statistiche dicono che la fruibilità completa da parte delle persone con disabilità mentali delle palestre è addirittura inferiore del 6%;
l'aspettativa di vita delle persone con disabilità mentali e con sindrome di Down è aumentata a 62 anni nel nostro Paese mentre, ad esempio, negli Stati Uniti si ferma ai 58 anni.  Le cure mediche e il miglioramento della qualità della vita hanno fatto molto negli ultimi decenni;
allo stato attuale non esiste una mappatura nazionale delle disabilità per patologia, tantomeno per la sindrome di Down, mappatura questa necessaria non solo allo sviluppo sul territorio delle attività di ricerca, informazione e tutela, ma anche alle attività di soccorso in caso di eventi calamitosi;
allo stato attuale non esistono precise indicazioni e protocolli per la condivisione, tra plessi scolastici di diversa natura, del materiale didattico necessario per la continuità scolastica e l'attività inclusiva dei disabili e di conseguenza per i ragazzi con la sindrome di Down, capace di generare economie di scala;
allo stesso modo, nel trentesimo anniversario del programma Erasmus, ed in particolare per l'attuale programma Erasmus+ (2014-2020) che ha un fondo di ben 14,7 miliardi di euro, per l’Istruzione, la Formazione, la Gioventù e lo Sport, ed in via prioritaria alla mobilità degli studenti per l'apprendimento scolastico, universitario e per la formazione professionale, nonché per tirocini formativi all'estero, si contano sulle dita di una mano i casi studenti con sindrome di Down che abbiano avuto modo di partecipare alle attività programmate;
allo stato attuale non esistono precise indicazioni e protocolli per affrontare il tema dell'educazione sessuale dei disabili che resta un tabù e, pochissimi, sono i tentativi -soprattutto in campo associazionistico- di trattare l’argomento con la dovuta competenza e delicatezza,
impegna il Governo:
in ambito sanitario:
ad adottare quale standard unico per la valutazione delle persone con disabilità la Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute -ICF- (nuovo strumento elaborato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità) integrando la medesima con la valutazione dei potenziali miglioramenti riabilitativi perseguibili;
ad adottare provvedimenti volti a garantire l'assistenza ai familiari delle persone affette da disabilità mentali o dalla sindrome di Down, potenziando, o istituendo ove necessario, le strutture del Servizio Sanitario Nazionale preposte alla diagnosi e alla riabilitazione;
in ambito familiare:
ad assicurare a livello nazionale un'adeguata informazione su tutte le misure di sostegno previste per le persone affette da disabilità mentali o dalla sindrome di Down e le loro famiglie, ivi comprese quelle per l'inclusione scolastica, sportiva, sociale e professionale;
a porre in essere iniziative che migliorino le condizioni di vita sia delle persone con disabilità mentali o con la sindrome di Down e delle persone familiari che li assistono, tenendo conto delle loro aumentate prospettive di vita;
a garantire, presso le strutture pubbliche del Sistema Sanitario Nazionale un maggior supporto di carattere psicologico ai genitori dei bambini con disabilità mentali o con sindrome di Down, assicurando nel contempo una vera presa in carico di tutto l'iter esistenziale della persona;
in ambito scolastico:
a prevedere, nell'ambito delle revisioni periodiche del programma Erasmus, adeguate misure per agevolare la partecipazione per le persone con disabilità mentali o con la sindrome di Down, prioritariamente ai programmi che prevedono attività di formazione professionale o tirocini di lavoro;
ad introdurre la possibilità di adottare l'utilizzo di libri di testo scolastici adeguati alle capacità di apprendimento delle persone con disabilità mentali, al posto di quelli previsti per i normali cicli scolastici;
ad adottare protocolli per la condivisione, tra plessi scolastici di diversa natura, del materiale didattico necessario per la continuità scolastica e l'attività inclusiva dei disabili;
prevedere, nell'ambito delle funzioni del personale scolastico, l'istituzione del responsabile per la somministrazione dei farmaci e per le attività di cura delle persone con disabilità;
in ambito delle autonomie personali:
a garantire strumenti volti a facilitare progetti di coabitazione delle persone con disabilità mentali o con sindrome di Down;
a prevedere la possibilità di introdurre, in modo graduale e compatibilmente con le esigenze di bilancio, forme di sgravio fiscale per i proprietari di immobili residenziali, concessi in affitto a persone con disabilità accertata ai sensi dell'articolo 3, comma 3, della Legge 104/1992;
a prevedere la partecipazione delle persone con disabilità mentali a programmi di educazione sessuale consapevole;
a prevedere, sia in ambito scolastico che familiare, programmi informativi ed educativi sui pericoli della rete internet e la corretta gestione dei social media;
a prevedere sia in ambito scolastico che familiare, programmi informativi ed educativi volti a rafforzare lo spirito di autonomia e la consapevolezza del sé, per le persone con disabilità mentali rispetto alle proprie potenzialità delle stesse di poter affrontare con serenità la quotidianità della vita;
in ambito lavorativo e previdenziale:
ad attivare una campagna informativa al fine di facilitare l'occupabilità di persone con disabilità mentali o con la sindrome di Down, indipendentemente dalla percentuale di invalidità riconosciuta;
a potenziare le misure esistenti finalizzate all’occupazione delle persone con disabilità mentali o con la sindrome di Down, agevolando il loro inserimento lavorativo in tirocinio in percorsi guidati e prevedendo nel contempo forti misure di sostegno permanente alle imprese che favoriscono l'occupazione stabile di dette persone;
a prevedere per le persone con disabilità mentali o con la sindrome di Down, un regime previdenziale agevolato in relazione alla loro capacità lavorativa e contributiva che fornisca loro la garanzia di accesso alle prestazioni previdenziali indipendentemente dal raggiungimento dei requisiti minimi di legge;
a promuovere forme agevolate di previdenza complementare per le persone con disabilità mentali o con la sindrome di Down, mediante versamenti volontari, effettuabili anche da parte dei familiari o degli amministratori di sostegno o dei tutori legali, sul fondo residuale presso l'INPS;
a prevedere per le persone familiari entro il primo grado che assistono persone con disabilità mentali ovvero con la sindrome di Down, con disabilità accertata ai sensi dell'art. 3 comma 3, Legge 104/1992, un regime previdenziale agevolato in relazione al periodo di assistenza effettivamente prestato;
in ambito sportivo:
a prevedere un piano nazionale "sport e disabili per l'inclusione sociale" che favorisca la piena accessibilità delle persone con disabilità mentali o con la sindrome di Down nelle palestre e nei centri sportivi sia pubblici che privati assicurando nel contempo un adeguato sostegno finanziario per la formazione professionale degli operatori sportivi:
a garantire che, una quota significativa, delle risorse annualmente disponibili erogate dal Credito Sportivo, sia destinata al finanziamento di progetti volti all'inclusione sociale delle persone con disabilità mentale e all'abbattimento delle barriere architettoniche nei centri sportivi pubblici e privati;



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