giovedì 27 novembre 2014

Ilustrazione della mozione della sen. Laura Bignami (Movimento X) per abbattere costi dei pagamenti elettronici




1) ad assumere ogni iniziativa utile per far sì che le commissioni, i canoni e i costi derivanti dall'utilizzo della moneta elettronica, esclusi unicamente quelli concernenti l'acquisto, il noleggio e l'attivazione relativi ai POS che ricadono sugli esercenti e sui professionisti siano eliminati, prevedendo inoltre l'introduzione di sanzioni per coloro che non rispettino l'obbligo di munirsi di POS;
2) a prevedere che i costi relativi alla diffusione della moneta elettronica siano posti a carico degli istituti di credito;
3) a modificare la legislazione vigente, al fine di introdurre sgravi fiscali per coloro che sono tenuti all'utilizzo del POS siano essi titolari d'impresa o professionisti i cui incassi, derivanti da operazioni effettuate con moneta elettronica, superino quelli derivanti da operazioni effettuate con pagamento in contanti;
4) a prevedere che le nuove carte di credito emesse a partire dal 1° aprile 2015 siano personalizzate con fototessera, per ridurre i casi di truffe e furto di identità;
5) a modificare le disposizioni normative vigenti che limitano il trasferimento del denaro contante, innalzando a 1.500 euro la soglia attualmente prevista di 1.000 euro per i cittadini italiani;
6) ad attivarsi nelle opportune sedi dell'Unione europea al fine di promuovere l'adozione di una disciplina comune relativa ai limiti della circolazione del denaro contante.

Pubblichiamo di seguito il testo integrale della mozione a prima firma Laura Bignami:




Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 1-00353 Testo 2

Atto n. 1-00353 (Testo 2)

(Riformulazione del n. 1-00353)

Pubblicato il 26 novembre 2014, nella seduta n. 359

BIGNAMI, DE PETRIS, ROMANI Maurizio, MUSSINI, PEPE, URAS, MASTRANGELI, BENCINI, CAMPANELLA, ORELLANA
Il Senato,
premesso che:
la progressiva diffusione di strumenti di pagamento elettronici nelle transazioni commerciali è stata avviata, con il decreto interministeriale del 24 gennaio 2014 che, in attuazione dell'articolo 15 del decreto-legge n. 179 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 221 del 2012, ha disposto che i soggetti che effettuano attività di vendita di prodotti o di prestazione di servizi, anche professionali, sono tenuti ad accettare i pagamenti superiori a 30 euro effettuati con carte di debito o di credito;
tutti gli esercenti, ivi compresi i professionisti, hanno dovuto dotarsi di un terminale abilitato al pagamento elettronico, il cosiddetto POS (point of sale), collegato con il centro di elaborazione della banca che offre il servizio e consente di autorizzare ed effettuare contestualmente, in tempo reale, l'addebito sul conto corrente del soggetto abilitato e l'accredito sul conto corrente dell'esercente (ovvero il professionista),
pur riconoscendo la necessità di incentivare l'utilizzo di strumenti di pagamento tracciabili, non si può non sottolineare come l'obbligo di dotarsi di POS comporti costi non trascurabili, corrispondenti alle spese per l'acquisto, l'installazione ed il canone mensile di utilizzo del terminale, nonché alle commissioni addebitate dall'istituto di credito per ciascun pagamento effettuato elettronicamente;
tali costi, in special modo per le realtà professionali meno strutturate e di più modeste dimensioni, non paiono proporzionati rispetto alle pur legittime finalità di contrasto all'evasione, le quali peraltro si ritiene che risultino già ampiamente tutelate dal divieto di pagamento in contanti per importi pari o superiori a 1.000 euro, previsto dalla normativa antiriciclaggio;

l'articolo 12 del decreto-legge n. 201 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214 del 2011, ha ridotto da 2.500 a 1.000 euro la soglia massima per l'utilizzo del contante e dei titoli al portatore, con finalità di contrasto al riciclaggio e all'evasione fiscale. Nell'ottica dello snellimento burocratico e della semplificazione, inoltre, diverse norme (medesimo articolo 12 del decreto-legge n. 201 e articolo 16 del decreto-legge n. 5 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 35 del 2012) hanno esteso al bacino delle pubbliche amministrazioni e degli enti pubblici (anche previdenziali) l'obbligo di effettuare pagamenti mediante strumenti diversi dal contante. Da ultimo, l'articolo 3 del decreto-legge n. 16 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 44 del 2012, ha previsto una deroga al tetto per l'uso del contante per determinate transazioni legate al turismo effettuate da cittadini non europei;
l'uso del contante comporta una minore tracciabilità delle operazioni e il conseguente maggior rischio di elusione della normativa fiscale e antiriciclaggio, determinando ripercussioni sulla collettività, una distorsione del mercato e conseguenze anche per gli esercenti, legate sia alla gestione del contante sia all'incremento di rischio di essere vittime di reati;
tenuto conto che:
il 29 luglio 2014 è entrato in vigore il «Regolamento sulle commissioni applicate alle transazioni effettuate mediante carte di pagamento», decreto ministeriale n. 51 del 14 febbraio 2014, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 75 del 31 marzo 2014, che cancella la gratuità, sia per l'acquirente che per il venditore, delle transazioni regolate con carte di pagamento presso gli impianti di distribuzione di carburanti. Il regolamento inoltre detta le regole sulla pubblicità delle commissioni di interscambio, stabilendo che i gestori dei circuiti di carte di pagamento accettate in Italia devono pubblicare, ed aggiornare regolarmente, sul proprio sito internet, in maniera chiara, completa, trasparente e facilmente accessibile, le eventuali commissioni d'interscambio applicate alle operazioni di pagamento eseguite sul territorio italiano, con adeguata informativa degli eventuali provvedimenti adottati dalle autorità europee e nazionali preposte alla tutela della concorrenza;
l'articolo 3 del medesimo decreto ministeriale detta le modalità di applicazione delle commissioni secondo cui gli acquirer (il prestatore di servizi di pagamento che sottoscrive gli accordi contrattuali anche in qualità di intermediario per l'accettazione, da parte degli esercenti, di carte di pagamento curando, di regola, la gestione dei relativi flussi finanziari) sono tenuti a distinguere le commissioni da applicare per ciascuna tipologia di carte di pagamento (di debito, di credito, prepagate) anche in relazione ai diversi circuiti di riferimento nonché a ulteriori eventuali specifiche caratteristiche funzionali delle carte medesime;
gli stessi acquirer differenziano l'importo delle commissioni applicate agli esercenti e le sottopongono a revisione tenendo anche conto delle economie di scala e di scopo collegate ai volumi delle transazioni eseguite con carta presso ciascun esercente ovvero presso gruppi di esercenti unitariamente convenzionati;
inoltre, tenuto conto dell'obiettivo di riduzione delle commissioni applicate dal soggetto convenzionante all'esercente, nel contratto di convenzionamento (art. 6) è inserita una clausola di revisione periodica, almeno annuale, delle commissioni correlata anche al volume e al valore delle operazioni di pagamento effettuate presso l'esercente, nonché alla revisione delle eventuali commissioni d'interscambio;
il provvedimento persegue l'obiettivo di disegnare una regolamentazione unitaria della disciplina dei pagamenti effettuati a mezzo di strumenti elettronici armonizzandola con quella più ampia della trasparenza del costo delle commissioni, ponendo così fine ad una normativa equivoca, molto spesso ignorata dagli istituti bancari o volutamente disattesa dagli stessi per trasferire sul sistema altri costi, come ad esempio quelle dei canoni per il noleggio dei POS;
considerato che:
l'articolo 9, comma 1, lettera f), della legge n. 23 del 2014, recante "Delega al Governo recante disposizioni per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita", prevede un incremento dell'attività conoscitiva e di controllo attraverso il rafforzamento della tracciabilità dei mezzi di pagamento per il riconoscimento, ai fini fiscali, di costi, oneri e spese sostenuti, e prevede disincentivi all'utilizzo del contante, nonché incentivi all'utilizzo della moneta elettronica;
nel mese di luglio 2014 la Commissione europea ha proposto un pacchetto legislativo, in cui è compreso tra l'altro uno schema di regolamento volto a porre un limite alle commissioni di interscambio dei circuiti di carte di credito e di debito al fine, anche in questo caso, di ridurre le commissioni finali applicate agli esercenti incentivando, per tale via, l'utilizzo di strumenti alternativi al denaro contante;
pur riconoscendo i benefici che potrebbero derivare da un ricorso più diffuso alla moneta elettronica, occorre far sì che i costi relativi ricadano innanzitutto sul sistema bancario, primo beneficiario del cosiddetto e-payment, riducendo i canoni della carte di credito a carico dei consumatori e riducendo i costi delle commissioni bancarie a carico degli esercenti, introducendo inoltre sistemi premiali per questi ultimi se favoriscono il pagamento elettronico rispetto a quello in contanti,
impegna il Governo:
1) ad assumere ogni iniziativa utile per far sì che le commissioni, i canoni e i costi derivanti dall'utilizzo della moneta elettronica, esclusi unicamente quelli concernenti l'acquisto, il noleggio e l'attivazione relativi ai POS che ricadono sugli esercenti e sui professionisti siano eliminati, prevedendo inoltre l'introduzione di sanzioni per coloro che non rispettino l'obbligo di munirsi di POS;
2) a prevedere che i costi relativi alla diffusione della moneta elettronica siano posti a carico degli istituti di credito;
3) a modificare la legislazione vigente, al fine di introdurre sgravi fiscali per coloro che sono tenuti all'utilizzo del POS siano essi titolari d'impresa o professionisti i cui incassi, derivanti da operazioni effettuate con moneta elettronica, superino quelli derivanti da operazioni effettuate con pagamento in contanti;
4) a prevedere che le nuove carte di credito emesse a partire dal 1° aprile 2015 siano personalizzate con fototessera, per ridurre i casi di truffe e furto di identità;
5) a modificare le disposizioni normative vigenti che limitano il trasferimento del denaro contante, innalzando a 1.500 euro la soglia attualmente prevista di 1.000 euro per i cittadini italiani;
6) ad attivarsi nelle opportune sedi dell'Unione europea al fine di promuovere l'adozione di una disciplina comune relativa ai limiti della circolazione del denaro contante.







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