martedì 30 settembre 2014

La senatrice Bignami presenta emendamenti per migliorare il testo della delega lavoro

Il Senato in questi giorni è impegnato nell'esame del disegno di legge recante la delega al Governo in materia di Lavoro. Il Parlamento è chiamato a fornire all'esecutivo le linee guida su temi delicati come la riforma degli ammortizzatori sociali, i servizi alla per il lavoro e le politiche attive, in materia di riordino dei rapporti di lavoro, di sostegno alla maternità e di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
La senatrice Laura Bignami, Movimento X, da sempre attenta ai problemi sociali ha presentato alcune proposte migliorative al cosiddetto Jobs act, che verranno discusse in Aula in questa settimana.
"Abbiamo presentato un ordine del giorno - spiega la senatrice bustocca - per garantire il riconoscimento professionale e il sostegno della figura del caregiver familiare.
I caregiver familiari volontariamente e gratuitamente si prendono cura di una persona cara consenziente in condizioni di non autosufficienza, a causa dell'età, di una malattia, di una disabilità. Questo loro atto di amore, comporta grandi sacrifici e nel 66% dei casi li costringe ad abbandonare il proprio lavoro.
I caregiver - prosegue Bignami - in Italia sono 9 milioni e senza il lavoro da loro svolto il costo economico delle tante persone che hanno bisogno di assistenza continua sarebbe insostenibile per lo Stato.
Lo Stato, pertanto, non può non tener conto di questa realtà ed è tenuto a riconoscere e a tutelarli, come avviene negli altri stati europei: In Spagna come in Gran Bretagna è previsto un riconoscimento economico per queste figure mentre in Germania possiedono benefit e maturano contributi previdenziali.

Non possiamo accettare che solo in Italia i caregiver familiari siano privati degli strumenti di tutela previdenziale, sanitaria e assicurativa che dovrebbero spettare loro di diritto."
La senatrice Bignami ha poi presentato 3 emendamenti in materia di lavoro occasionale e accessorio.
 "Il testo del disegno di legge prevede l'elevazione dei limiti di reddito attualmente previsti per le attività lavorative discontinue e occasionali in tutti i settori produttivi. Con gli emendamenti presentati - spiega la senatrice - intendiamo specificare come tra i settori produttivi siano ricomprese anche le attività di servizio di natura socio-assistenziale e di cura, rese a favore delle famiglie, le lezioni private impartite agli studenti al di fuori dell'orario scolastico e le attività relative all'esercizio della prostituzione.
Per quanto concerne le ripetizioni - precisa Bignami - in Italia vi è un business di questo settore mal regolamentato, che determina evasione fiscale. Secondo il Codacons l'industria delle ripetizioni fatturerebbe ogni anno in Italia 850 milioni di euro.
Tale evasione fiscale potrebbe ridursi incentivando l'utilizzo dei buoni lavoro prepagati e semplificando la loro gestione. Tale atteggiamento educherebbe alla fiscalità, anzichè all'evasione.
Con un altro emendamento abbiamo tentato di porre una regolamentazione al fenomeno della prostituzione che è uno dei più redditizi, e per questo soggetto al controllo della criminalità organizzata. Secondo i dati Istat di settembre 2014, il giro d'affari innescato dalla prostituzione si attesterebbe sui 3,5 miliardi di euro.
Ad oggi in Italia il fenomeno non è regolamentato, anche se con l'ordinanza del 24 luglio 2013, n. 18030, la Cassazione ha disposto che per il Fisco è legittimo qualificare la prostituzione come fonte di reddito da cui si deduce una adeguata capacità contributiva da ritenere legale.
L'inserimento della prostituzione nella categoria del lavoro occasionale - conclude la senatrice Bignami - potrebbe servire a disciplinare il fenomeno, a ridurre l'elusione fiscale e a combattere la criminalità"

giovedì 25 settembre 2014

La senatrice Bignami è parzialmente soddisfatta della risposta del ministero dei beni culturali alla sua interrogazione sulla cattiva gestione delle fondazioni liriche

RESOCONTO SOMMARIO

Legislatura 17ª - 7ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 126 del 24/09/2014
ISTRUZIONE PUBBLICA, BENI CULTURALI (7ª)
MERCOLEDÌ 24 SETTEMBRE 2014
126ª Seduta
Presidenza del Presidente
MARCUCCI
Intervengono i sottosegretari di Stato per i beni e le attività culturali e per il turismo Ilaria Carla Anna Borletti Dell'Acqua e per l'istruzione, l'università e la ricerca Toccafondi.

(...)

Il sottosegretario Ilaria BORLETTI DELL'ACQUA risponde all'interrogazione n. 3-01152 della senatrice Bignami sulla crisi delle fondazioni liriche, ricordando che le fondazioni lirico-sinfoniche in situazione di crisi hanno avuto la possibilità di presentare all'Amministrazione, nella persona del commissario straordinario di Governo, ingegner Pier Francesco Pinelli, i cosiddetti "piani di risanamento" ai sensi dell’articolo 11 del decreto-legge n. 91 del 2013, cosiddetto "valore cultura". Puntualizza in proposito che detti piani sono finalizzati alla concessione di finanziamenti di durata fino a un massimo di trenta armi, al fine di riportare le fondazioni stesse, entro i tre esercizi finanziari successivi ed attraverso soluzioni compatibili con gli strumenti previsti dalle leggi di settore, "nelle condizioni di attivo patrimoniale e almeno di equilibrio del conto economico".
Dopo aver rilevato che le disposizioni del "decreto valore cultura" si basano sul principio del contenimento della spesa, si sofferma specificatamente sulle due questioni segnalate nell’interrogazione, ricordando che il Governo ha inteso affrontarle dettando nuove disposizioni con il decreto-legge n. 83 del 2014 (cosiddetto "art bonus"). Per quanto riguarda le retribuzioni dei sovrintendenti, sottolinea quindi che l’articolo 5, comma 4, ha stabilito come parametro massimo di riferimento per la determinazione del loro trattamento economico omnicomprensivo, incluso ogni trattamento accessorio, il trattamento economico del primo presidente della Corte di cassazione.
Quanto al nodo del personale, a suo avviso assai delicato, lo stesso "decreto art bonus", all’articolo 5, comma 1, lettera b), individua, per il personale con contratto a tempo indeterminato delle fondazioni lirico-sinfoniche eventualmente risultante in eccedenza all’esito della rideterminazione delle dotazioni organiche, la possibilità di estendere l’applicazione dell’articolo 2, comma 11, lettera a) del decreto-legge n. 95 del 2012, ovvero di avvalersi della normativa previgente alla cosiddetta "riforma Fornero" per i requisiti pensionistici e le modalità di liquidazione del trattamento di fine rapporto per il personale in possesso di determinati requisiti.
Evidenzia altresì che, per il personale che alla data di entrata in vigore del decreto-legge n. 83 del 2014 risultasse ancora eccedente, si prevede l’assunzione a tempo indeterminato dalla società Ales S.p.A, "tramite procedure di mobilità avviate dalla fondazione," nel rispetto del proprio bilancio e senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica.

 La senatrice BIGNAMI (Misto-MovX) si dichiara parzialmente soddisfatta, rilevando criticamente il persistere di situazioni inique nel contesto della spending review.
(...)

Tante iniziative di formazione per aprire le porte del Senato agli studenti

Per l'anno scolastico in corso, 2014-2015, il Senato della Repubblica promuove numerose iniziative di formazione dedicate alle scuole di ogni ordine e grado, realizzate in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca.
Da "Un giorno in Senato: incontri di studio e formazione", per gli studenti delle scuole superiori a "Testimoni dei diritti", dedicata alle scuole secondarie di primo grado.
"Vorrei una legge che..." è un'iniziativa rivolta agli studenti delle scuole primarie e si propone di far riflettere i bambini su temi a loro vicini e di far cogliere l'importanza delle leggi sulla regolamentazione della vita di tutti i giorni, incentivando il senso civico e di partecipazione democratica. I bambini, dopo aver approfondito insieme ai loro insegnanti un tema che li tocca da vicino, propongono e illustrano in forma creativa veri e propri “disegni di legge".
"Dalle aule parlamentari alle aule di scuola - Lezioni di Costituzione" è un progetto realizzato in collaborazione con la Camera dei deputati per le scuole secondarie di secondo grado.
 
Tutti i bandi di concorso per partecipare alle attività didattiche sono disponibili sul sito:

mercoledì 24 settembre 2014

Audizione del direttore dell'Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, in Commissione Anagrafe Tributaria

La dott.ssa Orlandi ha analizzato l'anagrafe tributaria nella prospettiva di una razionalizzaione delle banche dati pubbliche in materia economica e finanziaria. Potenzialità e criticità del sistema nel contrasto dell'evasione fiscale.

Per vedere l'audizione di questa mattina a cui ha partecipato anche la senatrice Bignami, in quanto componente della Commissione Anagrafe Tributaria, clicca qui:

http://webtv.camera.it/archivio?id=6842&position=0

martedì 23 settembre 2014

La sen. Bignami presenta un'interrogazione al ministro dell'Istruzione sulla questione disabilità nella scuola e sulla formazione degli insegnanti di sostegno

Senato della Repubblica


 INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE IN COMMISSIONE
 BIGNAMI al ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca
 Premesso che:
il diritto allo studio è un principio garantito costituzionalmente. L'art. 3 della Costituzione recita: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali" ed "E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana...". La Costituzione garantisce dunque i principi di uguaglianza formale e sostanziale dei cittadini. L'art. 34 inoltre dispone che la scuola sia aperta a tutti. L'art. 38 dispone che gli inabili ed i minorati hanno diritto all'educazione e all'avviamento professionale;
la Legge 4 agosto 1977, n. 517, recante "Norme sulla valutazione degli alunni e sull'abolizione degli esami di riparazione nonché altre norme di modifica dell'ordinamento scolastico", stabilisce con chiarezza presupposti, condizioni, strumenti e finalità per l'integrazione scolastica degli alunni con disabilità;
di fondamentale importanza è la sentenza n. 215 del 1987 della Corte Costituzionale, che ha dichiarato il diritto pieno e incondizionato degli alunni con disabilità alla frequenza nelle scuole di ogni ordine e grado;
il punto di riferimento normativo dell'integrazione scolastica e sociale delle persone con disabilità è la Legge 5 febbraio 1992, n. 104,  "Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate";
con la Legge 3 marzo 2009, n. 18, il Parlamento italiano ha ratificato la convenzione dell'ONU per i diritti delle persone con disabilità;
la Corte Costituzionale con la sentenza n. 80 del 22 febbraio 2010 ha riconosciuto il diritto del disabile all'istruzione come un diritto fondamentale. La sentenza esclude la possibilità di fissare un limite massimo al numero dei posti degli insegnanti di sostegno e consente di assumere insegnanti di sostegno in deroga per gli studenti con disabilità che si trovino in condizione di particolare gravità;
considerato che:
il Presidente del Consiglio in carica ha più volte affermato la centralità dell'istruzione nel suo programma di governo, da ultimo con l'illustrazione in Parlamento dell'"Agenda dei 1000 giorni"; ciononostante le linee guida dal governo sulla scuola contenute nel dossier dal titolo "La buona scuola", presentato il 3 settembre u.s., affrontano in modo molto superficiale e approssimativo le problematiche relative all'inclusione scolastica e le politiche di sostegno degli alunni con disabilità;
tenuto conto che:
il 31 luglio u.s. la Commissione Istruzione del Senato ha approvato all'unanimità una risoluzione che impegna il governo a risolvere il problema degli insegnanti di sostegno, garantendo la cosiddetta continuità didattica, ovvero la possibilità per i bambini con disabilità più o meno gravi di avere uno stesso insegnante di sostegno durante tutto il ciclo scolastico;
rilevato che:
nell’anno scolastico 2007/2008 gli alunni disabili, secondo il Miur, erano 174.404 e l’organico di sostegno, che comprende sia i docenti di ruolo che i precari, contava 88.441 unità. L’anno scorso gli alunni disabili erano 209.814 e gli insegnanti erano 110.216;
l'associazione "Tutti a scuola" segnala che ogni anno gli alunni disabili sono superiori di migliaia di unità rispetto alle previsioni che il MIUR registra al momento delle iscrizioni; secondo la succitata onlus nelle scuole pubbliche sono accolti oltre il 91% degli alunni disabili e gli insegnanti di sostegno nella metà dei casi sono diventati tali perché, in soprannumero nelle proprie discipline, hanno frequentato mini corsi di formazione di poche ore;
ogni anno si registrano ritardi significativi nell'assegnazione delle risorse professionali a supporto degli alunni con disabilità, a discapito delle esigenze effettive degli alunni;
tenuto conto, inoltre, che:
nelle scuole italiane, come denunciato dalla onlus Cittadinanzattiva, sono presenti barriere architettoniche che ostacolano l'accesso dei disabili negli edifici: una scuola su quattro è priva di posti per disabili nel cortile o nel parcheggio interno e quasi una su due non ne ha nemmeno nei pressi dell'edificio. Il 46% degli edifici su più piani dispone di un ascensore, ma questo nel 20% dei casi non funziona e nel 6% non è abbastanza largo da consentire l'ingresso di una carrozzina. Barriere architettoniche sono presenti nel 29% delle aule, nel 21% degli ingressi, nell'11% delle mense e dei cortili. In quasi la metà delle aule non ci sono banchi adatti a uno studente in carrozzina;
si chiede di sapere:
se il ministro in indirizzo ad oggi abbia contezza di quanti siano gli alunni disabili presenti nelle scuole italiane di ogni ordine e grado, di quante siano le ore di sostegno di cui necessitano e quante di queste risultino coperte da insegnanti di sostegno;
se sia in grado di fornire un dettaglio della questione suddiviso per provincia e per regione;
quali misure di sua competenza il ministro  intenda assumere al fine di garantire il rispetto del diritto allo studio degli studenti disabili in tutto il territorio nazionale;
quali iniziative di sua competenza intenda intraprendere affinchè nelle scuole la disabilità non sia vista come un impedimento, ma come un insieme di potenzialità dei ragazzi su cui lavorare, eliminando l'impronta assistenzialista della scuola e favorendo quella riabilitativa;
se il ministro in indirizzo non intenda definire meglio i percorsi di formazione e specializzazione degli insegnanti di sostegno e degli educatori;
se non ritenga necessario far sì che i percorsi di formazione degli insegnanti di sostegno e degli educatori siano differenziati in base ai deficit degli alunni, secondo alcune specifiche macroaree come ad esempio: autismo, ritardi mentali, disturbi comportamentali, ciechi, audiolesi, handicap esclusivamente fisici.

Sen. Laura Bignami
Roma, 23 settembre 2014

sabato 20 settembre 2014

Procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo

La fecondazione eterologa in Italia è stata introdotta con la Circolare Ministeriale 10 luglio 1997 n.8 - "Sperimentazione clinica dei medicinali", ma è stata successivamente vietata dalle disposizioni contenute nella Legge 40 del 2004.
Con la sentenza 162 del 2014 la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo l'art. 4 della Legge 40 del 2004, nella parte in cui poneva il divieto assoluto di fecondazione medicalmente assistita di tipo eterologo.

MOTIVAZIONI SENTENZA 162 del 2014 della CORTE COSTITUZIONALE

La Consulta ha rilevato che il divieto di PMA di tipo eterologo incide su beni costituzionalmente rilevanti, tutelati ex artt 2,3,13,29, 31 della Costituzione per quanto attiene la libertà di autodeterminarsi su aspetti di assoluta rilevanza personale che attengono la sfera fisica, morale, familiare e dall'art. 32 della Costituzione relativamente alla tutela della salute nell'accezione più ampia.
Il veto posto nella legge 40 ostacolava la scelta di una coppia sterile di diventare genitori e di formare una famiglia che abbia dei figli, che è espressione della fondamentale e generale libertà di autodeterminarsi.
Appariva dunque un paradosso che la legge 40 che parte dal presupposto che la procreazione medicalmente assistita sia consentita solo qualora non vi siano altri metodi terapeutici efficaci per rimuovere cause di sterilità o infertilità, poi di fatto, vietando l'eterologa, impediva il ricorso alla PMA alle coppie in cui uno dei componenti fosse stato completamente sterile.
Inoltre il veto alla PMA di tipo eterologo introduce anche una violazione del divieto di discriminazione laddove si configura un diverso trattamento delle coppie, in ragione della capacità economica delle stesse, in quanto è impedito il ricorso alla fecondazione eterologa in altri Paesi alle coppie con minori disponibilità economiche.

VUOTO NORMATIVO?

Le motivazioni della sentenza precisano inoltre come l'accoglimento di quanto stabilito dalla Corte non comporti un vuoto normativo, in quanto si può far riferimento alle norme contenute nella Legge 40 non abrogate e alle disposizioni del decreto legislativo 191 del 6 novembre 2007, recante "Attuazione della direttiva 2004/23/CE sulla definizione delle norme di qualità e di sicurezza per la donazione, l'approvvigionamento, la lavorazione, la conservazione di tessuti e cellule umani".
La questione del numero di donazioni è risolvibile secondo la Corte Costituzionale attraverso un aggiornamento delle Linee Guida, anche alla luce di quanto stabilito negli altri paesi europei e tenendo conto dell'esigenza di consentirle entro un limite ragionevolmente ridotto.
Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha manifestato invece la volontà di disciplinare la materia con un decreto legge, che è stato bloccato in Consiglio dei ministri.
Il ministro sostiene infatti che occorre dare piena attuazione alla direttiva 17 del 2006 che in Italia è stata recepita solo in alcune sue parti a causa del veto alla PMA di tipo eterologo che era presente nella Legge 40 del 2004.

La bozza del decreto presentato dal ministro prevedeva:
• donazione dei gameti volontaria e gratuita;
• permessi lavorativi per i donatori;
• fissazione di limiti di età per i donatori (donne età non inferiore a 20 anni non superiore a 35 anni; uomini di età non inferiore ai 18 anni e non superiore ai 40 anni).
• numero massimo di 10 nascite da uno stesso donatore;
• conoscenza delle modalità del proprio concepimento per il nuovo nato;
• registro nazionale dei donatori presso l'Istituto superiore di sanità;
• possibilità per il nuovo nato di conoscere le proprie origini a determinate condizioni.

Le Regioni nel frattempo hanno fissato delle linee guida comuni che però non hanno forza di atto normativo.
I punti salienti sono:
• fissazione di limiti di età per i donatori (donne età non inferiore a 20 anni non superiore a 35 anni; uomini di età non inferiore ai 18 anni e non superiore ai 40 anni).
• Possono far ricorso alla PMA di tipo eterologo coniugi o conviventi di sesso diverso, maggiorenni, in età potenzialmente fertile, entrambi viventi. Si consiglia però la pratica eterologa su donne di età inferiore ai 50 anni per l'alta incidenza di complicanze ostetriche.
• numero massimo di 10 nascite da uno stesso donatore;
• inserimento della fecondazione eterologa nei LEA, livelli essenziali di assistenza, e quindi erogata nei centri pubblici gratuitamente o con il pagamento di un ticket;
• anonimato donatori;
• non è possibile scegliere caratteristiche fenotipiche del donatore;

Al momento il dibattito si concentra su due temi etici molto importanti, l'anonimato dei donatori e la conoscenza del proprio concepimento da parte dei nuovi nati.
A ciò si aggiunge un'ulteriore criticità ovvero il destino degli embrioni congelati ed inutilizzati.
Probabilmente le risposte arriveranno a seguito di un dibattito parlamentare sulla questione. Infatti, anche se al livello normativo non sembrerebbe necessaria una nuova legge sulla materia, il governo sembra intenzionato a promuovere la discussione sui disegni di legge di iniziativa parlamentare già depositati.

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A lato un piccolo sondaggio per capire cosa ne pensate voi.
Siete propensi al sostegno di una linea più intransigente rispetto alla fecondazione eterologa o ad una linea più accondiscendente? La votazione è di tipo Approval Voting (cioè potete segnare tutte le risposte che vi piacciono).

Le sette opere di misericordia

Le sette opere di misericordia corporale

  1. Dar da mangiare agli affamati.
  2. Dar da bere agli assetati.
  3. Vestire gli ignudi.
  4. Alloggiare i pellegrini.
  5. Visitare gli infermi.
  6. Visitare i carcerati.
  7. Seppellire i morti.

Le sette opere di misericordia spirituale

  1. Consigliare i dubbiosi.
  2. Insegnare agli ignoranti.
  3. Ammonire i peccatori.
  4. Consolare gli afflitti.
  5. Perdonare le offese.
  6. Sopportare pazientemente le persone moleste.
  7. Pregare Dio per i vivi e per i morti.

venerdì 19 settembre 2014

La senatrice Bignami in visita ai rifugiati di via dei Mille

da Varesenews del 19.09.2014

Il sopralluogo della Senatrice Laura Bigami ha aperto le porte del palazzo che ospita i 50 richiedenti asilo politico in città. Ma tra falsi allarmismi e voglia di integrazione gli operatori del centro spiegano: “I ragazzi vogliono conoscere e farsi conoscere”

Tra i rifugiati di Busto Arsizio
Si sono fatti trovare in fila, nel giardino del palazzo che li ospita da più di un mese, per il primo incontro istituzionale da quando sono in Italia. Uno ad uno, accompagnata dal consigliere Marco Cirigliano, la senatrice Laura Bignami ha stretto le mani e scambiato due parole con i 50 uomini che dopo essere scappati dal loro paese sono approdati a Busto Arsizio. Ma nonostante i sorrisi, le foto di gruppo e qualche selfie, il sopralluogo ha avuto una motivazione molto seria: capire in quali condizioni vivono queste persone e capire sopratutto cosa può fare la città per accoglierli al meglio. «I ragazzi passano qui gran parte della giornata -racconta Katiuscia Balansino, responsabile della struttura- anche perché fino a quando non sarà riconosciuto il loro status non è possibile organizzare nessuna attività». Le giornate scorrono così tra una partita a calcetto in quello che, quando il palazzo era ancora di proprietà dell’Enel, era un campo da tennis per i dipendenti e un po’ di tv sul maxi schermo allestito nell’atrio della struttura. «Cerchiamo di farli rimanere il meno possibile in camera -continua la responsabile- in modo che socializzino tra di loro». Sono 7 gli appartamenti dedicati alla loro accoglienza, ognuno dei quali ospita tra le 7 e le 10 persone «e qui loro devono pulire e tenere in ordine mentre per gli spazi comuni ogni mattina arrivano due operatrici». 

Per il resto, in questo periodo di attesa, non è facile organizzare molto altro. Tutti gli ospiti della struttura oggi sono formalmente richiedenti protezione internazionale ma ci vorrà tempo prima che una commissione valuti la loro pratica e, se ritenuti idonei, conceda loro un permesso di soggiorno per motivi umanitari. «Nel frattempo noi cerchiamo di tenerli impegnati il più possibile e di prepararli al meglio per un futuro qui, anche lavorativo -spiega un altro responsabile, Roberto Garavello- e proprio per questo stiamo cercando di iscriverli ad una scuola di italiano per stranieri». La volontà di integrazione è evidente anche tra i ragazzi ma nessuno degli operatori nasconde«con la campagna portata avanti da alcune realtà politiche in questo momento non è affatto facile». L’idea che il centro vuole trasmettere «è che queste sono persone che, scappate dal loro paese, sono in Italia per lavorare e proprio per questo non vogliamo chiedere nulla e dare una cattiva impressione: tutto quello che serve lo acquistiamo».

«Ciò che dev’essere chiaro a tutti -spiega Laura Bignami- è che non c’è nessun rischio ebola dal momento che queste persone sono in Italia da molti mesi e non sussiste nessun timore per la sicurezza». Specialmente per quanto riguarda il piano sanitario ogni ospite della struttura è costantemente monitorato dalla ASL e sono totalmente da escludere malattie pericolose o contagiose. Negli occhi di molti si vede però ancora uno sguardo spendo, «lo sguardo di chi ha visto cose che mai nessuno dovrebbe vedere», sintetizzerà Marco Cirigliano al termine della visita, e proprio per questo motivo Busto Arsizio deve offrire loro la possibilità di ripartire. «I ragazzi hanno voglia di conoscere e farsi conoscere -conclude Katiuscia Balansino- e quindi le porte del palazzo sono aperte a chiunque voglia fare due chiacchiere. O giocare una partita a pallone».

«Io, senatrice e mamma di un disabile, combatterò per una scuola che li aiuti»

Da La Provincia di Varese del 18.09.201

Caro Renzi, te lo dico da mamma. Oltre alle belle parole sulla scuola, dai attenzione agli alunni disabili».
L’appello è della senatrice di Busto Arsizio Laura Bignami, eletta nel Movimento Cinque Stelle poi espulsa e, dopo che le sue dimissioni dalla carica sono state respinte in aula, accasatasi nel “Movimento X” che raggruppa alcuni dissidenti ex grillini.

Nel giorno in cui il premier relazionava in aula, Bignami tweettava: «Mio figlio disabile non ha ancora il sostegno. Ogni anno come il precedente».

Assistito da una Coop il figlio tredicenne della senatrice frequenta la terza media, e in attesa che venga affidato ad un insegnante di sostegno, la cui nomina non è ancora arrivata, viene assistito dagli educatori di una cooperativa.

«Perché siamo a Busto Arsizio, in una realtà che può permettersi di dare un’alternativa agli alunni senza sostegno - spiega la senatrice - ma nei paesini dove i Comuni non possono affidare il servizio alle cooperative, i genitori sono abbandonati a se stessi. È un problema che non va sottovalutato, perché posso capire che un margine di errore ci può sempre essere, ma sui casi noti non è accettabile. Non si scopre a settembre che un ragazzo di terza media ha bisogno di un insegnante di sostegno».

Il problema è più serio del previsto («immagino la preoccupazione dei genitori i cui ragazzi sono privi di sostegno in questi primi giorni di scuola» ammette la senatrice bustocca, riferendosi anche ai problemi di bullismo di cui potrebbero finire vittime) e investe direttamente il presidente del Consiglio, perché in questi giorni la scuola è stata messa al centro della narrazione politica dei “mille giorni”, a partire dallo scenografico primo giorno di scuola con i ministri in giro per l’Italia.

«Non accetti lezioni da nessuno? Concedile a tutti i ragazzi disabili che aspettano sostegno» il secondo tweet di Laura Bignami a Renzi nel gran giorno in Senato.

Sì perché i genitori degli alunni affetti da disabilità non possono “stare sereni”: «Il sostegno purtroppo nella scuola di oggi non è funzionale al miglioramento del ragazzo, ma solo a ridurre il disturbo che quest’ultimo può recare alla classe - sottolinea la senatrice - ci vorrebbero insegnanti competenti, perché i metodi didattici e pedagogici portano ad ottenere risultati fantastici, mentre ai ragazzi disabili di solito vengono propinati insegnanti che non hanno altra collocazione e che non sanno come trattare questi casi».

«Ma non si capisce perché ci siano diverse classi di insegnamento per le classi di normodotati ma non per le diverse patologie, quando il range di distanza tra le diverse forme di disabilità è superiore a quella tra la storia e la matematica».

Una pagina su 160

Un fatto che potrebbe anche consentire risparmi, diversificando l’assistenza che viene garantita in base alle patologie. Insomma, urge una “svolta buona” anche per i disabili nelle scuole.

«E invece - prosegue Bignami - nella riforma annunciata da Renzi c’è una sola pagina sul sostegno, su circa 160. Segno di scarsa attenzione al problema. Del resto, una riforma della scuola che contiene degli errori ortografici nelle slide di presentazione si commenta da sé».

Eppure la senatrice-mamma non demorde, e porterà avanti la battaglia per tutti i genitori nelle sue condizioni: «Settimana prossima farò subito un’interrogazione al ministro Stefania Giannini per sapere almeno quanti alunni sono coperti e quanto scoperti».

Varese

martedì 16 settembre 2014

Senatori movimento X accusano il M5S: violate regole con espulsione. E chiedono carte a Grasso

AGI) - Roma, 15 set. - Non si placa la polemica sulle espulsioni nel Movimento 5 Stelle, anche se le riunioni che hanno sancito lo strappo, in Senato, sembrano lontane anni luce. Il motivo e' uno: gli ex M5S chiedono di avere copia del verbale in cui, nero su bianco, deve essere motivata la loro cacciata. Sono state violate le regole, e' il ragionamento e dal verbale risultera' ancora piu' chiaro. Con una lettera all'allora capogruppo Maurizio Santangelo, Maria Mussini, Alessandra Bencini, Maurizio Romani, Laura Bignami e Monica Casaletto hanno chiesto, si e' appreso in Senato, copia autentica del verbale d'assemblea del 25 febbraio scorso, con la delibera votata ai sensi dell'articolo 15 del regolamento del Gruppo. Ma non hanno avuto risposta ed hanno ripresentato, si apprende ancora, la questione ai presidenti dei senatori M5S che si sono succeduti, Maurizio Buccarella e Vito Petroselli.  A Palazzo Madama raccontano che la richiesta sia stata supportata anche a parole, in una discussione che viene descritta di fuoco fra la toscana Bencini e Petroselli. Ma della copia autentica del verbale, viene spiegato, ancora nessuna traccia. Per questo i 5 senatori si sono rivolti al presidente Pietro Grasso: nell'assemblea di febbraio che ha deciso l'espulsione, avrebbero spiegato, non c'e' stata alcuna votazione, ne' singola ne' collettiva, da parte dei gruppi riuniti. Come invece vuole il regolamento del Gruppo. A marzo, avrebbero ricordato, il blog di Beppe Grillo ha, di fatto ufficializzato l'espulsione, ma non c'e' stata alcuna ratifica degli iscritti certificati dal blog. Il non rispetto delle norme del regolamento parlamentare del gruppo M5S ha originato notevoli ricadute anche sull'Istituzione da lei presieduta, in termini di rappresentanza, funzionamento e organizzazione, avrebbero ancora spiegato i senatori che al presidente Grasso chiedono di intervenire, nelle modalita' che riterra' piu' idonee, per garantire il loro diritto ad accedere agli atti che deliberarno la loro espulsione. (AGI) Mao 151827 SET 14 NNNN